Recensione del film Finale a sorpresa
Una elegante satira sul mondo del cinema ora in DVD e Blu-ray Disc

Finale a sorpresa (Official Competition) appartiene a quella categoria di lungometraggi che parlano di sé stessi ovvero decidono di mostrare e svelare i meccanismi produttivi ed economici che stanno alla base della creazione di un film.
Il metacinema (questo è il termine con il quale vengono definite tali opere) non è un genere, ma è presente in film di tutte le epoche e si manifesta in diversi modi. In alcuni casi viene mostrata la cinepresa come accade nel film di Dziga Vertov L'uomo con la macchina da presa, in altri sono presentate le difficoltà che un regista può incontrare nella realizzazione di un’opera (ad esempio Nanni Moretti con Sogni d'oro) oppure mostrare il retroscena di un film, l'organizzazione della troupe, il ciak di una scena, la vita reale degli attori come è il caso di Finale a sorpresa.
Trama di Finale a sorpresa
Humberto Suarez (José Luis Gómez) è un ricchissimo imprenditore ispanico oramai ottantenne consapevole che non gli resta molto da vivere. Pertanto, vuole sostenere la realizzazione di un’opera che possa eternare il suo nome e lasciare ai posteri un ricordo migliore del suo operato: un film appunto.
Ovviamente non potrà non essere che un capolavoro e per raggiungere un simile obiettivo non bada a spese, esige il meglio. Acquista, pertanto, a caro prezzo i diritti di un romanzo scritto da un premio Nobel - che però non ha mai letto -, ingaggia la migliore regista del momento, l’eccentrica Lola Cuevas (Penélope Cruz), concedendole ampia libertà creativa.
La sceneggiatura del film prevede che i protagonisti principali siano due fratelli, Manuel e Pedro, nemici dichiarati, e Lola assegna le due parti ad attori che, a livello umano e professionale, sono quanto di più opposto possa esistere nel mondo del cinema e nella vita: il narcisista Félix Rivero (Antonio Banderas) che sogna Hollywood e l’impegnato Ivàn Torres (Oscar Martinez) vecchio attore di impostazione teatrale. Una cosa sola li accomuna: entrambi sono convinti di essere dei grandi artisti secondi a nessuno.
Schede
Lola dovrà faticare molto per amalgamare i due personaggi, sempre sul punto di litigare, e per riuscire a farli calare nella parte non esiterà a ricorrere ad artifici tecnici alquanto bizzarri, che se per un verso otterranno il risultato sperato per l’altro contribuiranno ad esasperare ulteriormente i due artisti, fino ad un finale a sorpresa che non può essere assolutamente svelato.
I molti punti di forza di Finale a sorpresa
Come detto il film parla del mondo del cinema, concentrandosi però sull’aspetto economico ed organizzativo dell’opera. Infatti, la storia non è focalizzata sulla realizzazione delle scene, sul girato, ma sulla pre-produzione del film, sui criteri che decidono la nascita di un’opera, a volte per niente nobili, su certe assurdità intellettuali spacciate per soluzioni artistiche e sulle debolezze umane di quanti vivono attorno alla macchina da presa, comuni persone anche se sotto i riflettori sembrano o si spacciano per delle star.
A livello tecnico l’opera si distingue per una buona scelta della colonna sonora, per delle inquadrature “totali” molto scenografiche e ancora per il sapiente utilizzo degli specchi per consentire allo spettatore di vedere più personaggi insieme senza che questi siano vicini fra loro.
Insomma, Finale a sorpresa è una elegante satira del mondo della settima arte, portata avanti da un trio eccezionale e ben affiatato, che mette in scena una storia nella storia, dando vita ad uno spettacolo nello spettacolo dove non si riesce subito a capire quando i protagonisti stiano parlando sul serio dell’arte e della vita e quando stiano interpretando una parte, stiano fingendo insomma.
Dopotutto il cinema è finzione, sospensione del giudizio da parte degli spettatori, i quali stanno al gioco, accettando per vero ciò che è irreale, perché sono consapevoli di assistere alla proiezione di un film, terminata la quale torneranno alla vita reale, o così dovrebbe essere…
Una certezza che potrebbe non essere tale come insinua nella scena finale la stessa Lola Cuevas, che, guardando nella macchina da presa (soluzione tipica del metacinema), domanda agli spettatori se loro siano in grado di capire quando un film è davvero finito poiché “Ci sono film che finiscono con i titoli di coda, ma ce ne sono altri che, credetemi, possono non terminare mai”.
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