Recensione del film Buster's Mal Heart, una vita imprudente che la critica plaude
Cinema / Recensione - 15 May 2017 08:00
Buster's Mal Heart è il film che la critica statunitense ha plaudito: il protagonista è Rami Malek. Mauxa l'ha visto in anteprima
Buster's Mal Heart è il film uscito in questi giorni nelle sale statunitensi, distribuito da Well Go USA Entertainment. È stato plaudito dalla critica per come sa mescolare il genere drammatico, mistery e thriller.
Diretto da Sarah Adina Smith, ha un cast composto da Rami Malek (già protagonista nel ruolo di Elliot Alderson della serie tv “Mr. Robot”), DJ Qualls, Kate Lyn Sheil .
Buster (Rami Malek), con barba lunga e occhiaie pensierose entra di nascosto nelle case di vacanza vuote dove rimane per qualche giorno. In bagno il suo passaggio è segnato dal fatto di strappare la carta igienica a forma di freccia.
Ma una volta Buster non si comportava in questa maniera. Era Giona, un marito che lavorava come portiere notturno in un hotel. Aveva una moglie, Marty (Kate Lyn Sheil) e una figlia: la mattina mentre fa colazione con la piccola le insegna i numeri, la moglie lo considera un padre devoto.
Ma il lavoro sedentario e immobile comincia a sedimentare nella sua mente, tanto da renderlo irrequieto: si addormenta davanti ai monitor di sorveglianza dell’hotel, finché incontra Brown (DJ Qualls) un cliente ossessionato dal concetto della vacuità di una vita ordinaria.
Ora vediamo Buster in una zattera, mentre beve la sua urina per dissetarsi: in una delle case in cui penetra sale sopra un tavolo e defeca in una pentola che poi chiude con un coperchio.
Rami Malek è magistrale nel passaggio da padre modello a vagabondo barbuto. Il film patisce una certa lentezza, per cui sono spesso lunghi i momenti in cui Buster è raccontato nella sua vita da Giona. Ma il senso che riesce a restituire è quello di una possibilità che ciò che Buster fa possa realmente accada: le eventualità che per delle interferenze esterne la nostra condizione economica possa mutare, sono non insondabili alla mente umana. Il senso di inadeguatezza di Buster è quello umano, di chi in un dato momento dubita che la prova esistenza ripetuta in identici momenti non sia quella cui abbiamo teso. E su questa insicurezza - anche dovuta al periodo storico flebile - i punta il film, pur con un budget limitato.
La critica ha proprio apprezzato questo, ovvero la capacità di interrogare il vuoto al centro della vita moderna (The New York Times), echeggiando anche elementi della dissociazione di David Lynch (Hollywood Reporter). In alcuni momenti sa fondere atmosfere di film come "Fight Club" e "The Matrix" e filtrarli in qualcosa di più lieve (A. V. Club).
Questo assurdo che entra nella quotidianità appare nella sequenza in cui Buster lega una coppia di anziani e poi prepara loro la cena, imboccandoli. Quasi a significare che anche gli altri devono accettare le mostre intemperanze.
“Ogni fiore richiede anche della sporcizia, è la legge della natura”, dice la regista che ha già lavorato a “The Midnight Swim” (2014), film misterioso sulle profondità del lago Spirit, i cui abissi non sono stati mai scandagliati finché la dottoressa Amelia Brooks scompare durante un’immersione.
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