Recensione del film Billy Lynn: un giorno da eroe

Cinema / Recensione - 03 February 2017 09:49

Billy Lynn: un giorno da eroe è il film tra guerra e redenzione di Ang Lee con Joe Alwyn, Kristen Stewart e Vin Diesel.

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Billy Lynn: un giorno da eroe ("Lynn's Long Halftime Walk") è il film di Ang Lee con Joe Alwyn, Kristen Stewart, Vin Diesel e Garrett Hedlund.

Billy (Alwyn) è un soldato diciannovenne che durante un’azione di guerra in Iraq in cui salva il capo Shroom (Diesel) ferito è ripreso casualmente dalle telecamere. Insieme a lui ci sono altri soldati, l’azione è considerata azzardata ma termina in maniera positiva. Così i giovani soldati in patria vengono acclamati come eroi nazionali.

Già nel momento in cui Billy torna a casa, con la madre che lo abbraccia e la sorella Kathryn (Stewart), l’amica che lo acclamano come “celebrità” si scorge il disadattamento del protagonista. È lo stesso che il regista Ange Lee ripropone da “I segreti di Brokeback Mountain” (2005), dove l’importanza della menzogna era il fulcro della storia. Anche qui Billy finge di trovarsi a suo agio, in un ambiente che gli risulterà sempre più estraneo.

D’altronde il fascino della guerra è un tema presente nella recente cinematografia americana, da “American Sniper” (2014) a “The Hurt Locker” (2008). Qui però si unisce un tema diverso, quello della giovinezza su cui si insiste anche nel libro sarcastico da cui è tratto, scritto da Ben Fountain e non biografico: a diciannove anni essere investiti di tali responsabilità è un peso insostenibile, quando la maggior parte dei giovani devono ancora terminare le scuse superiori. Impegno che invece Ange Lee porta avanti da “Vita di Pi” (2014), in cui il diciassettenne Pi deve gestire su una barca una tigre del Bengala. Inoltre l'ironia emerge quando il produttore vorrebbe realizzare un film su quella vicenda: clamore che trasforma il sangue in incassi al botteghino. Lo stesso "American Sniper” è tratto da una storia vera. 

Infatti Billy quando è ad una festa in maschera indossando la divisa, col pensiero ripiomba subito in Iraq, con un salto fulmineo e fuorviante. neanche l'amore  per la cheerleaders Faison (Makenzie Leigh) riesce a distrarlo. I militari partecipano a due settimane di “Victory Tour”, con l’apparizione come ospiti d’onore alla partita di football nel Giorno del Ringraziamento, e con la possibilità che la loro storia diventi un film. S’improvvisano giocatori sul campo, in una scena che solo Lee poteva immaginare. Il chiasmo arriva subito con il ruolo interpretato da Steve Martin, che siamo abituati a vedere in parti comiche e che qui vediamo elogiare i soldati, da proprietario della squadra di calcio dei Dallas. Durante la conferenza stampa Billy immagina che i compagni rispondano in un altra maniera: nulla per Lee procede come si ipotizza, ed anche un’impastata conferenza stampa diviene momento di scontro visivo.

Il film è realizzato a 120 fotogrammi al secondo, l’immagine diviene chiara, e i dettagli si bagnano come la lacrima di Billy mentre ascolta l’inno americano. Billy ripensa ad una retata in un appartamento di una famiglia irachena, uno dei membri era un terrorista: davanti ai figli il volto del talebano è coperto con un sacchetto di stoffa, dai soldati americani. Rivediamo poi Billy a pranzo con la famiglia: all’improvviso il rumore di un colpo di fucile lo spaventa. Solo lui l’ha udito, tra l’incredulità della famiglia.

L’eccessivo dialogo mina la verve della pellicola, che se anche più breve avrebbe avuto lo stesso impatto narrativo. Tanto che poi la scenografia di Mark Friedberg riesce a rendere alla perfezione il contrasto tra la lotta in guerra e ciò che viene al suo posto, ossia uno show colorato in cui esibirsi, con soldati ormai facenti parte della coreografia. E i tonfi dei fuochi pirotecnici sono gli stessi delle granate in Iraq. Billy è in trincea, mentre due compagni sparano con un bazuka contro un’insediamento talebano, il capitano Shroom si espone e procede da solo, finisce preda dei nemici ed è ferito. Billy va a salvarlo tra la sabbia, lo protegge mentre il corpo di un nemico colpito dalle raffiche diventa sangue. È proprio questa la scena ripresa dalle telecamere all’inizio del film. Billy porta Shroom in una fossa per salvarlo, giunge un talebano e Billy lotta, fino a sgozzarlo.

Un film da rivedere più volte, per comprendere come la memoria scatti fuori in maniera inconsapevole. Alla fine la storia reale non è mai quella che a qualcuno si racconta.

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