Recensione: Vanity Fair, una serie tv temeraria
Tv / Recensione - 05 December 2018 10:00
Vanity Fair è la serie tv su Amazon Prime Video
Vanity Fair è la serie tv on demand su Amazon Prime Video. Dopo aver perso il suo incarico di insegnante, l'orfana Becky Sharp (Olivia Cooke) si trasferisce alcuni giorni a casa dell'amica Amelia, in attesa di ancorare in un altro istituto. Qui conosce il fratello della giovane, ricco ma ottuso e decide di conquistarlo.
Sharp è una cinica arrivista che si fa strada nell’alta società garze al suo fascino, seducendo uomini abbienti.
La serie presenta i classici difetti delle periodo drama, come l’eccessivo dipendenza dall’ambientazione storica, tanto che le scenografie sembrano spesso surclassare la storia. E inoltre la necessità di mostrare le tradizioni del periodo come essenziali alla prosecuzione della narrazione, anche se in realtà ne sono solo l’orpello.
Vanity Fair e le serie tv period drama
Lo stesso difetto di un’altra serie di successo, come Downton Abbey che però ha affievolito nelle stagioni successive (ben cinque) questa descrizione inutile. In Vanity Fair però c’è l’ambizione della protagonista Becky Sharp ad essere insinuante, mentre aumenta in ogni episodio mostrando come se essa sia un lato caratteriale che difficilmente si può assopire, e che si manifesta in azioni apparentemente normali. Quando Becky decide di sedurre il fratello ricco e ottuso dell’amica Amelia, quest’ultimo ne resta affascinato e lei con noncuranza prosegue nelle sue attenzioni apparentemente interessante. Tanto che anche lo spettatore si chiede se i suoi interessi siano reali o finanziari.
Infatti lei si sposa con Rawdon Crawley (Tom Bateman), un ufficiale di cavalleria. Lui sa che Becky è attraente per gli uomini, crede che la sua reputazione sia immacolata anche se sospetta di intrighi romantici con altri uomini potenti. E per i suo matrimonio viene diseredato dalla zia.
Le passioni paiono più nutrite dagli uomini che dalle donne: infatti anche George Osborne (Charlie Rowe) , figlio del mercante John Osborne si fidanza con Amelia, sfidando suo padre che lo allontana. Emerge quindi una società - quella della fine del ‘700 - arrivista e capace di emancipare i propri desideri, che finora erano appannaggio degli uomini. Sono le donne qui ad essere calcolatrici, e a tessere i loro interessi per un futuro migliore.
Una nuova figura di donna inaugurata dal romanzo Vanity Fair di William Makepeace Thackeray
Quando i soldati partono per la guerra salpando per il Belgio - siamo nel mezzo della battigia napoleoniche - Becky sfrutta ogni occasione per avanzare nella società. Durante la battaglia di Waterloo - cui partecipano sia George che Rawdon - Becky scopre l'opportunità di trarre profitto dalla guerra vendendo i cavalli del marito al codardo Jos. E ciò che sembrava un affetto reale, si manifesta come tale ma minato dall’interesse personale. È questo che rende la serie realistica nella psicologia piuttosto che nelle azioni. Le esigenze quotidiane, e soprattutto la possibilità di modificare e migliorare la propria vita surclassano il buon senso, e per questo appaiono anche giustificate.
La serie è tutta dal romanzo omonimo di William Makepeace Thackeray, pubblicato in 19 volumi dal 1847 al 1848 e tradotto in italiano con La fiera della vanità. L’ultima trasposizione al cinema è del 2004, diretta da Mira Nair e con Reese Witherspoon nel ruolo di Becky Sharp.
Neanche la nascita di un figlio riesce a redimere Becky, e ciò getta una labile luce sul suo futuro che appare segnato verso l’oscurità.
Rispetto ad altre serie ideate principale per un publico femminile, Vanity Fair è sorretta da caratteri possente, che la rende una delle rare da vedere, con un’ambientazione storica sfarzosa e coinvolgente.
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