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Mostra del cinema di Venezia: recensione In the Hand of Dante

Regia di Julian Schnabel con Gal Gadot

Mostra del cinema di Venezia: recensione In the Hand of Dante

In the Hand of Dante, avventuroso viaggio tra vite parallele

“In the Hand of Dante” narra la ricerca del manoscritto originale della Divina Commedia, alternando scene passionali e poetiche stile film anni Sessanta a sequenze gangster. Una storia d’amore che valica il tempo, dal medioevo all’età contemporanea. Una centrifuga di stili e generi. Appare complesso fare entrare tutto in una pellicola, eppure l’insieme viene collocato sullo schermo con immagini visivamente accattivanti, suggestive.

Uno scrittore newyorkese si immedesima talmente nella ricerca del manoscritto da diventare la reincarnazione di Dante, in una sorta di vite parallele, ma stavolta butterà dal molo Beatrice e riconoscerà il vero amore di Gemma.

Caotico ma suggestivo, parla d’amore ma è anche un crime anni Settanta, narra di Dante ma lo rielabora. Quando Nick viene coinvolto per confermare le origini di un antico manoscritto che potrebbe essere la copia originale della Divina Commedia, non immaginava di rincorrere il vero amore, passionale e poetico, in una eccentrica, a tratti esilarante, visivamente suggestiva, a volte tediosa, avventura senza tempo.

Il cast composto tra gli altri da Gal Gadot, Oscar Isaac, Gerard Butler, Al Pacino, John Malkovich, Martin Scorsese e Jason Momoa, conferisce spessore alla narrazione.


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