Recensione Film Ricomincio da me
Con protagonista Camille Cottin
Trama del film Ricomincio da me
Da poco superati i quaranta, Toni, nome d’arte usato come cantante vent’anni prima per incidere un album musicale che ebbe successo, si ritrova madre di cinque figli adolescenti e ognuno con le proprie problematiche, con le proprie ansie e con le proprie passioni. Canta in un locale per pochi clienti, annoiati, ed è delusa dalla propria vita, vorrebbe darle un senso anche fuori dal suo ruolo genitoriale, ma è felice d’essere madre. Vorrebbe avere qualcosa di più appagante per sé e decide di tornare a studiare per riappropriarsi del futuro, sperando d’essere ancora in tempo. La sua vita trascorre accompagnando i figli a scuola, andarli a riprendere, occuparsi delle loro angosce, rassettare la casa, e la musica sembra essere soltanto un lontano ricordo, probabilmente una parentesi lontana della propria esistenza, vorrebbe reinventarsi in altri contesti, consapevole delle difficoltà.Ricomincio da me, Camille Cottin nel ruolo di madre
La protagonista della serie di successo Camille Cottin interpreta brillantemente il ruolo di madre in Ricomincio da me, e lo fa con profondità, calandosi mirabilmente nel personaggio di una donna coraggiosa, in una trama dai temi a tratti delicati che vengono comunque impersonati con sagacia, affrontati con leggerezza da sceneggiatura e regia, con lo stile compassato, realista, delle sequenze a elaborare il senso dello stato d’animo della protagonista. Camille Cottin esprime il sentimento di vuoto per una vita incompiuta, i figli stanno diventando grandi, progettano il futuro, e lei scorge davanti a sé qualcosa che manca, che vorrebbe ancora vivere nonostante il ruolo di madre colmi la proprie giornate. Per realizzare i suoi obiettivi è costretta a scontrarsi contro gli stereotipi di una società, forse cultura, che guarda troppo spesso ai limiti dell’età. Il diritto di avere del tempo per sé, la volontà di reinventarsi, il sogno di riuscirci si scontrano con gli aspetti più concreti della quotidianità. Il ruolo difficile dei genitori di fare da mediatori tra la culla familiare e il mondo sembra la vera sfida che la regia abbia voluto cogliere affrontando le difficoltà di una madre che tenta, o spera, di avere qualcosa anche per sé. Di non essere solo una madre ma di trovare uno scopo nella vita. “Non è sempre stato facile. Non è sempre facile.” Ma alla fina i momenti che restano sono quelli della quotidianità, vissuti lentamente, con la propria famiglia. La regia ha avuto il merito di raccontare una storia drammatica con lo stile della commedia, proponendo una narrazione realistica con sottigliezza e genuinità.© Riproduzione riservata
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