Dove eravamo rimasti, Jonathan Demme dirige una Meryl Streep decisamente rock

Cinema / Recensione - 10 September 2015 09:00

Dove eravamo rimasti, Jonathan Demme dirige una scatenata Meryl Streep nella parte di una rocker un po' datata, che ritrova dopo anni ex-marito e figli.

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Film Voyagers - video

Dove eravamo rimasti (Ricki and The Flash) film diretto da Jonathan Demme (premio Oscar alla regia per Il Silenzio degli Innocenti) e sceneggiato da Diablo Cody (Oscar alla migliore sceneggiatura per Juno). La storia sembra essere ispirata alla suocera della sceneggiatrice, che faceva parte di una band locale in New Jersey. La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale al Festival del film di Locarno il 5 agosto, e successivamente alla 72ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Dove eravamo rimasti trama. Ricki Rendazzo (Meryl Streep) è una donna di mezza età, chitarrista e cantante di un gruppo, che ha sempre inseguito il suo sogno di diventare una rockstar di successo, anche a discapito della propria famiglia. Richiamata a casa dall’ex-marito (Kevin Kline) a causa della depressione della figlia (Mamie Gummer), da poco abbandonata dal marito, Ricki si ritrova ad affrontare i fantasmi del passato, e a cercare di ricucire i rapporti anche con i due figli maschi: impresa tutt’altro che semplice.

Dove eravamo rimasti recensione. Fare rock non è una cosa per soli giovani aitanti, Rolling Stones e AC/DC ce lo avevano già insegnato. Ma vedere Meryl Streep, che sappiamo essere molto attaccata al mondo della musica (vedi Mamma Mia e Into the Woods), con giacca di pelle, extension, trucco pesante e chitarra elettrica in pugno fa tutto un altro effetto. È vero, la storia non è del tutto originale, ma racconta un dramma reale e sentito, interpretato magistralmente da colei che forse può essere ritenuta la migliore attrice di sempre, affiancata eccezionalmente dalla figlia Mamie Gummer. Inoltre le performance musicali sono di alto livello e coinvolgenti, e snocciolano un repertorio che va dal folk, al rock, fino a delle cover di alcune hit contemporanee. Una pellicola sorprendente, sulla voglia di redenzione e l’amore che lega indissolubilmente la madre ai propri figli.

Dove eravamo rimasti Meryl Streep. Un’attrice immensa, questa è forse l’unica definizione adatta a questo mostro del grande schermo, che con questa performance dimostra ancora una volta la sua poliedricità. Vincitrice di tre premi Oscar, e candidata a ben 19 in tutta la carriera (suo è il record), si è immersa in questa avventura insieme alla figlia Mamie Gummer (Effetti Collaterali), che ha scelto di seguire le sue orme. Il regista, per ottenere il massimo del realismo, ha voluto che le due non parlassero mai delle scene al di fuori del set; la somiglianza fisica poi fa tutto il resto. Osserva la Streep: “È difficile entrare nell’industria del cinema con una madre così importante a Hollywood, ma i figli hanno una visione particolari dei genitori e non tendono a metterli su un piedistallo. Quindi, per lei trovare una motivazione per essere arrabbiata con me, e produrre rabbia per il suo personaggio... beh, non credo sia stato difficile!”

Dove eravamo rimasti Diablo Cody. Particolare la vicenda che interessa la sceneggiatrice, laureata in comunicazione, dopo diversi lavori, trova occupazione come spogliarellista, esperienza che la donna descrive nel proprio blog The Pussy Ranch, che diventa un vero e proprio cult. Le sue pagine sono così tanto visualizzate che decide di prendere in mano la propria vita e scrivere un libro, intitolato “Candy Girl - Memorie di una ragazzaccia perbene”. Il vero successo però arriva grazie allo script di Juno, grazie al quale vince un Oscar. Una donna che si è ricostruita una vita, vicenda che la avvicina alla protagonista del suo ultimo film, come afferma lei stessa: “Capisco bene cosa si prova ad essere una persona che è separata dalla persona che si era originariamente. Anch’io ho due capitoli distinti nella mia vita: nel Midwest sono Brook, mentre a Los Angeles sono Diablo Cody e lo sono da ben otto anni. A volte ho problemi ad integrare queste due identità – quindi capisco bene cosa prova Ricki”.

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