Assassin's Creed Origins, recensione videogame per PS4 e Xbox One
Games / Recensione - 05 November 2017 14:00
Assassin's Creed Origins è una nuova ripartenza per la serie di Ubisoft, un ritorno al mistero e fascino dell'antichità, da dove tutto è iniziato
Assassin's Creed Origins è il videogioco sviluppato da Ubisoft, che nel tempo è stata capace di creare uno dei brand più famosi, riconoscibili e venduti nel panorama videoludico, andando anche ad abbracciare il cinema hollywoodiano con il film di Michael Fassbender. Dopo circa dieci anni dall’esordio della saga, la software house francese ha deciso di svecchiare e rinnovare totalmente il concept di gioco, con un cambio concettuale che segna un nuovo inizio per Assassin’s Creed. La volontà di ripartire quasi da zero è accompagnata dalla scelta del periodo storico, il più antico di tutti, presentando una linea narrativa agli albori della Confraternita degli Assassini.
La trama di Assassin's Creed Origins ha luogo nell’Antico Egitto del 47 a.C., un periodo storico che unisce la storia di fantasia di Bayek e del suo Credo ad una realtà storica che vedeva la guerra civile tra Tolomeo e Cleopatra, sostenuta dall’alleato romano Giulio Cesare. Il fascino di Assassin’s Creed è sempre stato quello di mescolare finzione e avvenimenti storici reali, un connubio che mette in scena personaggi e luoghi realmente esistiti. La storia di vendetta di Bayek, primo personaggio di colore della saga principale, si intreccia alla nascita della Confraternita, intenta a difendere il popolo dall’ingerenza e dal controllo di un Ordine segreto, precursore dei Templari.
Il gameplay di Assassin's Creed Origins è l’aspetto su cui Ubisoft ha lavorato maggiormente, proponendo una struttura e meccaniche tese a svecchiare l’originale impianto della saga. Le novità sono molte, partendo da una mappa finalmente open-world, che va ad avvicinarsi alla serie di maggior successo quali The Witcher 3 e Horizon: Zero Dawn. Spostarsi all’interno del mondo richiede l’utilizzo del nostro cavallo o di imbarcazioni, considerando le grandi distanze che intercorrono tra una sezione e l’altra. La vastità del mondo di gioco propone zone dalla diversa confermazione morfologica e di ambientazioni, tra deserti, specchi d’acqua, piccoli villaggi e grandi zone abitate, una sintesi della bellezza e varietà architettonica dell’Antico Egitto. Accanto al nuovo approccio open-world, Assassin’s Creed Origins propone un nuovo sistema paragonabile ai giochi di ruolo, con ogni azione che corrisponde a punti esperienza, da accumulare per salire di livello. Completare missioni principali e secondarie permette di sbloccare nuove abilità attive e passive, che modificano l’esperienza di gioco e arricchiscono la profondità della stessa: affrontare nemici e attività al di sotto del livello consigliato, infatti, si rivela alquanto complesso, e ciò richiede un continuo livellamento del nostro personaggio per poter superare determinate sezioni di gameplay. La deriva da GDR si unisce ad un sistema di combattimento totalmente rivoluzionato, che abbandona il meccanico sistema di attacchi e schivate dei precedenti, proponendo dinamiche di scontro più fisiche e pesanti. Il risultato è altalenante: se da un alto abbiamo un sistema certamente più profondo, che fa del tempismo, di parate e fendenti, di attesa e studio del nemico le caratteristiche innovative, dall’altro il nuovo combat system si rivela a tratti macchinoso e con animazioni poco convincenti, con un personaggio che tende a muoversi in maniera legnosa e poco naturale. L’indirizzo tracciato è comunque interessante e coraggioso, una buona base di partenza da cui sviluppare e migliorare i futuri capitoli della serie.
La grafica di Assassin's Creed Origins riproduce un mondo vivo e ampio, con decine di elementi su schermo, tra palme che si muovono al passaggio del vento, fenicotteri che spiccano il volo mentre ci avviciniamo con il nostro cavallo, animali che attraversano sentieri e una mole di personaggi non giocanti che vivono, letteralmente, all’interno delle zone abitate. Il colpo d’occhio è assolutamente convincente, con una palette cromatica calda che ricrea un Antico Egitto credibile e palpitante, con un fascino e un’atmosfera che hanno pochi rivali nel panorama videoludico moderno. La bellezza estetica si rispecchia anche nelle diverse architetture delle città, tra l’enorme Menfi e Alessandria d’Egitto, che spezzano le zone più selvagge e desertiche della terra nordafricana. La vastità della mappa, con tre marco-aree, monumenti iconici quali il Faro, la Biblioteca, i Templi e le immortali Piramidi, con i segreti nascosti al suo interno, configurano un viaggio indietro nel tempo, con la consueta cura e fedeltà storica di Ubisoft. I personaggi non giocanti, inoltre, hanno routine di comportamento molto più sviluppate e credibili rispetto al passato, con azioni e mansioni quotidiane che svolgono, andando così a ricreare quella sensazione di realismo che un open-world richiede.
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