Recensione film Looper, tra viaggi nel tempo e mutazioni genetiche
Cinema / Recensione - 31 January 2013 07:00
"I viaggi nel tempo non sono ancora stati inventati ma tra trent'anni li avremo già inventati"
Looper è il film con il quale il regista e sceneggiatore Rian Johnson offre la sua visione sul tema dei viaggi nel tempo che hanno caratterizzato la letteratura ed il cinema e sono ormai entrati nell'immaginario collettivo. Il romanzo La macchina del tempo di Herbert George Wells che fu il primo ad affrontare l'appassionante tema, venne infatti pubblicato nel lontano 1895.
Nell'anno 2074 i viaggi nel tempo sono stati inventati e dichiarati illegali, sono ormai nelle mani della criminalità organizzata. Quando qualcuno diventa scomodo viene inviato nel passato dove Joe (Joseph Gordon-Levitt), un killer mercenario, li attende per farli sparire. Quando Joe si avvede che la sua prossima vittima è sé stesso invecchiato e spedito nel passato esita, quello che doveva essere un lavoro facile e senza complicazioni rischia di diventare un problema che potrebbe coinvolgere il bene futuro della popolazione.
"Esegui gli ordini. Non perdere l'obiettivo. Non lasciare tracce. Non parlare del tuo lavoro. Misura il tempo. Non avere legami." Queste sono le regole da seguire per un Looper, un assassino di persone che sono spedite nel passato come fossero scomodi pacchi postali che devono scomparire nel nulla. Il regista porta sullo schermo un controverso confronto generazionale nel quale futuro e passato della medesima persona s'intrecciano e si scontrano. Un uomo che perde la ragione della sua vita, colei che l'ha salvato dalla dissolutezza e dalla droga, viene spedito nel passato e cerca di cambiare le sorti del proprio futuro a beneficio del giovane sé. Tuttavia la sua copia giovane nel passato ha solo l'intenzione di concludere il lavoro e ritirarsi a vivere in Francia. Joseph Gordon-Levitt e Bruce Willis offrono una buona prestazione nelle vesti del giovane e più anziano Joe. Emily Blunt compie un'altrettanto pregevole performance nelle vesti della madre di un problematico bambino interpretato dal giovanissimo ed apprezzato Pierce Gagnon. Mentre un credibile Jeff Daniels è Abe, l'uomo della malavita spedito dal futuro per capeggiare i Loopers, i killer mercenari che agiscono nelle sabbie del tempo.
Un tema, quello del viaggio nel tempo che incuriosisce ed appassiona e che è stato già oggetto di film come l'intramontabile saga di Ritorno al futuro con Michael J. Fox o del più inquietante The time machine del 2002 ma anche del divertente Non ci resta che piangere con Massimo Troisi e Roberto Benigni del 1984. Rian Johnson ha il merito di portare sul grande schermo una trama interessante ed una narrazione pregevole, con effetti speciali suggestivi. Il film è sorretto da un cast che offre una grande prestazione, dopo le apprezzate premessa iniziale sembra tuttavia spegnersi e perdere di verosomiglianza mantenendo comunque una buona azione e colpi di scena che intrattengono piacevolmente lo spettatore.
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