Recensione Film Lo Hobbit, il viaggio atteso al botteghino da Peter Jackson

Cinema / Recensione - 13 December 2012 06:06

Peter Jackson dirige Lo Hobbit, dalla saga di J.R.R. Tolkien: nel cast Martin Freeman, Orlando Bloom e Cate Blanchett

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Film L'albero dei frutti selvatici

Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato di Peter Jackson non si sottrae alla maniera delle saghe imperiture che al box office hanno ottenuto buon successo. 2.9 miliardi di dollari fanno gola al fatturato di ogni azienda, tanto hanno incassato complessivamente i tre precedenti film. Così il prodotto tende a replicare l'offerta. Ma ci si chiede se da parte dei telespettatori ci sia tanta domanda, ormai avvezzi a sequel continui da Twilight (cinque) a The Avengers (in attesa del secondo, senza contare Thor 2Captain America 2).

Lo Hobbit segue le vicende di Bilbo Baggins che assieme a Gandalf e tredici nani parte alla conquista di Erebor, antico tesoro città atterrite dal  drago Smaug. Con lui c’è anche Thorin Scudodiquercia, e se riuscirà nell’impresa otterrà un quattordicesimo del bottino. Non mancano le Montagne Nebbiose, le peripezie fino alla scoperta dell’Anello di Sauron. Un anello che per ora conferisce il dono dell’invisibilità, ma che in realtà fu forgiato per sottomettere tutti i popoli liberi, con una funzione che sarà messa in evidenza solo nel successivo Il Signore degli Anelli. L’incisione presente nell’oro è sibillina, pronunciata da Sauron nel momento in cui lo fondeva: “Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli, / Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli”.

Lo Hobbit prosegue per una narrazione lineare, degna delle migliori favole dei Grimm e che J.R.R. Tolkienavrebbe approvato. La scena del taglio delle corde è degna del miglior cinema spettacolare d'inizio millennio, e Peter Jackson sa dosare movimenti della macchina da presa con tensione e senso del sublime, come già fece inKing Kong (2005). Le inquadrature in campo lungo predominano sui dettagli e certamente il 7 euro del biglietto sono ben ripagati. Ma il senso di già visto predomina sulla novità, i dialoghi scorrono senza dimestichezza, la fotografia non è diversa da quella di un catalogo di crociere sui fiordi. Gli attori, da Martin Freeman (Bilbo)  aOrlando Bloom (Legolas) a Cate Blanchett (Galadriel) sono asserviti all'apparato produttivo, come su una scacchiera in attesa della mossa finale

Per Lo Hobbit i 150 milioni di budget stimato sono amplificati poi dall’effetto dei 48 fotogrammi al secondo, che rendono la storia più vera di ciò che vediamo, ossia irreale. Le precedenti saghe di Peter Jackson hanno incassato in media 10,3 volte il costo: Il signore degli anelli - La compagnia dell’anello (The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring, 2001) costò 93 milioni di dollari incassando 871.530.324 dollari. Le due torri (The Lord of the Rings: The Two Towers, 2002) costò 94 milioni con un incasso di 926,047,111 dollari; Il ritorno del Re (The Lord of the Rings: The Return of the King, 2003) costato come il precedente svettò con 1,119,929,521 dollari. 

Lo Hobbit dovrebbe incassare 1,5 miliardi. Ma per la trilogia precedente eravamo nel 2003, ed era più facile effettuare previsioni di rientro.

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