The Walking Dead, l'apocalisse prosegue nella nuova stagione della serie tv
Tv / Horror / News - 15 October 2015 18:00
The Walking Dead apre le danze con la sesta stagione e una mandria di morti viventi che minaccia il borgo di Alexandria, ultimo bastione di civiltà. Andrew Lincoln, i suoi occhi azzurri e il re
The Walking Dead. La data tanto attesa da tutti i fan della fantascienza apocalittica è giunta alla fine: domenica 11 ottobre la Fox ha trasmesso la prima puntata della sesta stagione della serie tv sugli zombie per antonomasia. Dici The Walking Dead e subito la mente si affolla di putrefatti zoppicanti, di armi sempre cariche, di un'umanità incattivita che si agita per la sopravvivenza mentre sullo sfondo la natura splendida delle campagne della Georgia la fa da padrona. Soprattutto, la stella di ferro dell'uniforme da sceriffo di Rick Grimes che, nonostante l'apocalisse ineluttabile, continua a riflettere la luce del sole, ad Atlanta come nei dintorni di Washington.
Andrew Lincoln. Rick Grimes, sceriffo della contea di King dagli occhi di ghiaccio e la voce sommessa, ha il volto angelico di Andrew Lincoln. La sua interpretazione ha convinto in molti e deve essere tra i motivi principali della longevità della serie tv. Non si può dire che Lincoln, che abbiamo visto anche in "Human Traffic" e "Il truffacuori", non ci abbia messo del suo, tuttavia anche Norman Reedus nei panni del selvaggio Daryl dal passato burrascoso è una delle figure più apprezzate. In queste ultime stagioni la spietata Michonne alias Danai Gurira e il redivivo Morgan, apparso fugacemente fin dal primo episodio e interpretato da Lennie James, si stanno facendo conoscere.
Apocalisse. Per comprendere il successo di una serie tv che dopo cinque stagioni ha una media di quindici milioni di spettatori e il cui spin-off "Fear The Walkig Dead" ha polverizzato qualsiasi record precedente nella prima puntata, dobbiamo interrogarci sul perchè una larga fetta di pubblico apprezzi la fantascienza post-apocalittica, meglio se farcita di zombie. Fin dai tempi della trilogia dei morti viventi di George Romero e della passeggiata solitaria di Vincent Price in un EUR deserto ne "L'ultimo uomo sulla terra", questo tipo di cinema ha fatto breccia nel subconscio degli spettatori: l'apocalisse e il crollo della civiltà sembrano avere un effetto catartico, liberatorio su molte persone che ne subiscono il fascino perverso. Che fosse la minaccia atomica durante la Guerra fredda o l'epidemia di morti viventi, insomma, amiamo immaginare come sarà la Terra dopo l'uomo.
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