The Book Thief, quando la tematica nazista di un film fa aspirare al successo del libro
Cinema / News - 21 October 2013 16:00
Markus Zusak è lo scrittore australiano che vede trasposto al cinema il suo libro di successo “The Book Thief” pubblicato nel 2005.
The Book Thief è il film di Brian Perciva tratto dall’omonimo romanzo dell’australiano Markus Zusak del 2005, tradotto in italiano con “La bambina che salvava i libri”. Il film è interpretato da Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nelisse e l\'attrice tedesca Heike Makatsch.
La Morte racconta tutta la vicenda. L’imbianchino Hans Hubermann e la moglie Rose adottano Liesel, una bambino i cui genitori sono morti. Lei si adatta con difficoltà, è ossessionato dagli incubi della madre e del fratello morti. A Natale le vengono regalati due libri, mentre il figlio Hans Jr. discute con il padre del fallimento di quest\'ultimo nell’ottenere l\'adesione al partito nazista, tanto da convincerlo affinché Liesel legga “Mein Kampf” di Adolph Hitler piuttosto che i libri regalati.
La moglie del sindaco, Ilsa Hermann invita Liesel a leggere i libri nella sua vasta biblioteca. La giovane fa amicizia con Max, figlio di un ebreo il quale scrive per lei un breve racconto illustrato, intitolato \"The Standover Man\". In questo aspetto più quotidiano irrompe poi il momento della deportazione: quando un gruppo di ebrei è trasportato verso il campo di concentramento di Dachau, Hans Hubermann è mosso da pietà e si fa avanti per consegnare ad un ebreo indebolito un pezzo di pane: un soldato lo prende a frustate. Dopo peripezie dovute alle lettura di libri come momento di evasione, anche Max Vandenburg è deportato. Liesel corre in mezzo alla folla di prigionieri per unirsi a lui ma viene picchiata da un soldato. In un bombardamento i genitori adottivi di Liesel muoiono, dalle macerie è anche salvato il piccolo libro nero che Liesel aveva cominciato a scrivere, \"The Book Thief\": la giovane è presa in cura da un’altra famiglia. Dopo la guerra Max è liberato da Dachau e ritorna a trovare Liesel al negozio di libri. Trascorrono vari anni, un giorno al Morte fa visita a Liesel a Sydney, e rivela di aver conservato per tutti questi anni il suo piccolo libro nero, \"The Book Thief\". La giovane chiede \"Potresti capirlo?\", e la Morte risponde: \"Sono ossessionato dagli esseri umani\".
È la Morte il narratore più particolare del libro, con un tradizione nordica usata come espediente anche da Ingmar Bergman ne “Il settimo sigillo” (“Det sjunde inseglet”, 1967). La particolarità del narratore è che è in sintonia con il genere umano, tanto da non essere d\'accordo con il fatto che si svolga una guerra. La Morte descrive i colori delle cose, parla spesso con Dio, è immortale, è stanco del suo lavoro e vorrebbe una vacanza ma non trova nessuno che voglia sostituirlo. Se per le persone è devastante, in realtà risulta divertente e sarcastico.
Il libro di “The Book Thief” di Markus Zusak (classe 1975) è rimasto nella classifica dei best-sellers del New York Times per 230 settimane, ed è tradotto in 30 lingue. La produzione del film è della 20th Fox, con riprese che si sono svolte in Germania, soprattutto negli Studio Babelsberg e con esterni a Berlino, Brandeburgo, e la città di Görlitz in Sassonia. La stessa Fox assume su di sé la traduzione dei film a tematica nazista, che ha sempre ottenuto empatia con gli spettatori : da “Il falsario - Operazione Bernhard” (“Die Fälscher”, 2007) a “Schindler\'s List” (1993) di Steven Spielberg, da “La vita è bella” (1998) a “Il pianista” (“The Pianist”, 2002). La presenza della Morte apre un aspetto nuovo sulla pellicola. Considerando che tutti i film citati hanno ottenuto un Oscar, le possibilità di emulare il successo sono ottime.
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