Recensione film Blitz, trama diluita con Saoirse Ronan
Cinema / News - 22 November 2024 14:00
Scopri la recensione di Blitz, il film con Saoirse Ronan, Stephen Graham: trama, cast, critica
Blitz parte con intenti non convenzionali, che poi però lambiscono solo il racconto. Così la protagonista Rita (Saoirse Ronan) deve trovare il figlio George (Elliott Heffernan) evacuato durante i bombardamenti a Londra, nel 1940-41, quando la capitale veniva colpita quasi ogni notte.
Le esplosioni che divampano nella città non bastano a rendere sensazionale un film che ha grandi ambizioni: raccontare un’epopea. Blitz invece mescola con troppa semplicità le vicende personali con quelle sociali, e la storia di George è raccontata con trascuratezza, diluita con traversate che inciampano in mezzo alle macerie, così come quella della madre Rita.
Ne esce una rappresentazione asettica della Seconda Guerra Mondiale, in cui si diluiscono tematiche come quelle del superamento delle ostilità razziali: George è meticcio, ma in un contesto bellico non è certamente uno dei problemi primari da superare.
La trama diluita del film Blitz
George finisce vittima di una banda di ladri, guidata da Albert (Stephen Graham) che ha bisogno di qualcuno di bassa statura per entrare nei siti bombardati e rubare la merce abbandonata. Rita va al suo lavoro in una fabbrica di munizioni, non riesce a divagarsi in una serata senza figli in un pub, trascorre un po' di tempo in compagnia del vicino Jack (Harris Dickinson) che è innamorato di lei. È volontaria in un rifugio e alla fine scopre che suo figlio è scomparso. Tutto appare troppo forzatamente fluido per essere inserito in un contesto come quello della guerra, che in ben altri film è vissuto con pathos. Basti pensare al recente film Lee con Kate Winslet, o - più addietro - a Dunkirk.
Sembra che il regista Steve McQueen, dopo lavori in cui pedinava il personaggio nelle sue traversie, come 12 anni schiavo e Shame, ora perda il filo tra le strade di Londra incendiata, e stemperi la trama solo per arrivare alla fine. È palese che voglia dare visibilità al profluvio di effetti speciali, curati nel dettaglio e amplificati dalla fotografia satura di Yorick Le Saux, che ha già lavorato a Wasp Network e Personal Shopper. Ma questo non basta per recepire il dolore delle ferite delle bombe, che non traspare neanche nel volto accattivante di Saoirse Ronan.
Un film da vedere per come ricostruisce formalmente la congerie della guerra, senza badare troppo alle traversie dei protagonisti.
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