Marie Heurtin, intervista all'attrice Brigitte Catillon: 'il film mette a confronto generosità insegnata e praticata'
Cinema / News - 07 March 2016 11:30
Marie Heurtin - Dal buio alla luce è il film che ha tra le protagoniste Brigitte Catillon. Mauxa l'ha intervistata, raccontando un caso realmente avvenuto.
Marie Heurtin - Dal buio alla luce è il film di Jean-Pierre Améris nelle sale, interpretato da Ariana Rivoire, Isabelle Carré, Brigitte Catillon e Laure Duthilleul.
La storia trae spunto da un fatto reale, ovvero la vicenda della giovane Marie affetta da sordomutismo e con difficoltà di comunicazione con la famiglia. Così Marie all’età di 10 anni è condotta all’Istituto delle Suore Larnay in Francia, struttura specializzata nell’educazione delle persone sorde.
Le suore manifestano un’iniziale scetticismo nell’ospitare la giovane, poi scalfito da Suor Marguerite che accetta la sfida. Marie comincia a comunicare usando la lingue dei segni ‘tattile’.
Mauxa ha intervistato una delle protagoniste, l’attrice Brigitte Catillon che interpreta la Madre Superiora. L’attrice afferma di essersi avvicinata a questo ruolo in maniera naturale: “Tutta la mia formazione ha avuto luogo in istituzioni religiose - ci dice - così mi sono trovata su un terreno familiare. Viste i miei frequenti riferimenti, ho incontrato un certo numero di madri superiore”.
La vicenda accadde in Francia nel 1895, e mescola austerità e capacità di entrare in un ambiente formativo inusuale. La stessa Catillon conferma che questa ambivalenza traspare anche nel film: “Nonostante le loro diverse personalità, tutti avevano in comune questa miscela di autorità e benevolenza. È ciò che ho cercato di rendere nel personaggio del film”.
Il film riesce anche sopraelevarsi dall’aspetto patologico, per sfociare in quello sociale. “Come accogliamo le differenze?”. È questa una domanda cui il film dà risposta: “attraverso un contesto cristiano, il film mette in evidenza il confronto tra la generosità insegnata e praticata”.
Dopo la morte di Suor Sainte-Marguerite, Marie continuò la formazione: si creò così l’inizio del metodo che dà al bambino gli strumenti per correlare segno e oggetto. Dopo la morte di Marie, fu la sorella a raccogliere i documenti nel libro “Âmes en prison”, donando fama internazionale a Larnay e al suo metodo di riabilitazione.
Il film ha avuto buon successo in Francia data la tematica affrontata. È stato presentato al Festival international del film di Locarno nel 2014: il regista proveniva da successi com “Emotivi anonimi” (2010) e “L'Homme qui rit” (2010).
Brigitte Catillon ci parla poi della cinematografia francese: alternando teatro. televisione e cinema, afferma di non conoscere molto il cinema italiano. L’attrice ha anche lavorato nel film “La spettatrice” di Paolo Franchi del 2004. “Non conosco molto bene il cinema italiano, nonostante la sua vicinanza. Molti film provenienti da tutto il mondo sono progettati ogni settimana a Parigi. Ho grande ammirazione per il grande Paolo Sorrentino.
L’attrice ha ottenuto una nominata per il César Award come miglior interprete nel 1993 del film “Un cœur en hiver” di Claude Sautet, avendo poi lavorato con Claude Chabrol in “Nightcap” (2000), “Non dirlo a nessuno” (“Ne le dis à personne”, 2006) di Guillaume Canet. Attualmente è al lavoro con Gilles Bourdos, il regista di “Renoir".
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