Incontro con Achille Lauro: ‘Cerco di offrire uno spettacolo, perché a me piace creare’

Achille Lauro pubblica il 16 aprile il nuovo album, Lauro. Il progetto contiene tredici singoli, tra cui Solo noi, Generazione X, Marilù. 

Qual è il senso dell’album? 

L’album è eterogeneo. La canzone Femmina racconta del rapporto di coppia, perché non occorre essere uomini ad ogni costo. Arriva a mostrare una donna come una divinità: sono cresciuto nella periferie di Roma, e lì le persone forse non sono istruite al  rispetto della figura femminile, non sono preparate culturalmente. Io invece sono stato fortunato perché ho capito subito che volevo scrivere, andando poi a vivere in una comune, e ho capito chi volevo essere. Mia madre mi trovava proprio a scrivere.
Sono cresciuto a Roma, città grande dove la gente vive spesso un senso di abbandono. È però una città poetica, che regala tanto, con molti artisti che l’hanno descritta: da Mannarino a Coez, Califano che ha messo emozioni nei propri pezzi. Devo ringraziato tutto quello che ho passato, la periferie, perché senza di essa non sarei quello che sono.