I figli della notte, dalla solitudine al conforto dell'amicizia: intervista a Vincenzo Crea

Cinema / Drama / News - 13 June 2017 09:00

Il film "I figli della notte" è uscito al cinema il 31 maggio. Mauxa ha intervistato Vincenzo Crea, interprete del protagonista Giulio.

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film The Hole - L'abisso

Il film "I figli della notte" è l'opera prima di Andrea De Sica, nelle sale cinematografiche italiane dal 31 maggio. 

La trama segue la storia di Giulio, un diciassettenne proveniente da una famiglia benestante che si ritrova improvvisamente ad affrontare la solitudine e le limitazioni imposte in un prestigioso collegio. L'amicizia con Edoardo diventa un'ancora di salvezza, i due ragazzi progettano fughe notturne dall'istituto e il loro cammino si incrocia con quello della giovane prostituta Elena. 

Abbiamo intervistato Vincenzo Crea, attore protagonista del film. 

D: Chi sono i “figli della notte”?

R: I figli della notte sono ragazzi che come Giulio hanno una sicurezza economica molto importante che pero non riesce a colmare una mancanza d'affetto altrettanto importante. Questo abbandono di cui tutti i ragazzi del collegio hanno esperienza porta ad avere problemi di vario genere più o meno gravi.

D: Interpreti il protagonista principale, Giulio. Che tipo di ragazzo è?

R: Giulio è un ragazzo timido, "mammone" che all'interno di questo collegio compierà una vera e propria crescita e un notevole cambiamento.

D: Dalla solitudine al conforto dell’amicizia, il film accarezza varie tematiche. Quale ti ha coinvolto di più?

R: In generale credo che il film riesca fedelmente e poi ad estremizzare (a volte) i moti interiori dei giovani adolescenti per cui tutto risulta confusionario ed esistenziale.

D: Com'è stato lavorare insieme al regista Andrea De Sica?

R: Io e Andrea abbiamo avuto un ottimo rapporto, lo stimo molto come regista e come amico. Riesce facilmente a trasmettere la sua visione comunque rimanendo aperto ad un dialogo.

D: Hai esordito al cinema nel 2010, a soli undici anni. Quando è nata la tua passione per la recitazione?

R: Poco prima. ho scoperto che nella mia infanzia il cinema ha rappresentato il mio confidente migliore con cui potersi confidare e grazie al quale trovare risposte a domande che non sapevo nemmeno di potermi porre.

D: C'è un attore in particolare a cui ti ispiri?

R: Non credo ci sia qualcuno a cui mi ispiro perché le caratteristiche degli attori che ammiro credo siano inarrivabili. Stimo però molti artisti tra cui Elio Germano.

D: Prossimamente sarai anche nel film “Il mangiatore di pietre”. Puoi anticiparci qualcosa su questo progetto?

R: È un progetto a cui tengo molto per me è stata una sfida rappresentare un personaggio così lontano da me o dalla mia esperienza, Sergio è un contadino piemontese con un rapporto conflittuale con il padre.

D: Oltre alla carriera recitativa, che programmi hai per il futuro?

R: Spero di studiare a Londra lettere comparate.

© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon