Recensione del film Tracktown, la corsa di un'atleta apprezzata dalla critica
"Tracktown" è la storia di una giovane atleta mezzofondista. La critica statunitense ha ben accolto il film.
Tracktown è il film di Alexi Pappas e Jeremy Teicher nelle sale statunitensi e disponibile sulle piattaforme digitali.
La storia è quella di Plumb Marigold (la stessa Alexi Pappas), una giovane atleta professionista che si prepara per la prova più complicata, ovvero la cosa a mezzofondo alle Olimpiadi.
Vediamo Plumb mentre attende alle più semplici regole di un'atleta, come depilarsi per agevolare la corsa; bere un uovo crudo. Poi passa alla scena della corsa, in cui spera di trovare pace: lei guarda una formica che si posiziona sulle linee bianche, e si immedesima in ciò che accadrà. Le gambe sfilano sulla pista, con una musica che amplifica il momento di fatica. Quasi l’elogio di un adolescenziale femminismo, in un periodo di donne “Wonder Woman” in cui si ristabilisce un mito fondante femminile. Non si è solo eroine con un lazo e bracciali metallici, ma anche con due scarpette da running.
La giovane Plumb rimane indietro durante questa corsa, riesce ad avanzare pur non vincendo. Ed è forse questa la sua fortuna: la vita reale poi prende il sopravvento, in un film che alterna il pathos dei film sportivi alla semplicità della comedy.
Una slogatura la costringe a prendere un giorno di pausa, e Plumb comincia a pensare che il suo volto senza trucco, ma arso solo dal sole della corsa non sia quello cui le adolescenti aspirino. Incontra un ragazzo, Sawyer (Chase Offerle) e comincia a provare un divertimento che è simile a quello delle sue coetanee.
Con lui va nel suo camper, scorrazzando per la città e scoprendo nuovi sentimenti.
La genuinità del racconto nasce anche dalla coincidenza della storia narrata e di quella della regista e protagonista: Alexi Pappas è lei stessa un corridore, è nata nel 1990 e ha partecipato alle Olimpiadi in Brasile del 2016.
Tracktown amalgama quindi anche il racconto di formazione, con una linearità a volte semplicistica ma comunque scevra da formalismi.
La critica ha apprezzato questo aspetto di buona fusione tra la realtà e la fiction (New York Times), con un’interpretazione della protagonista tra l’ingenuità di Audrey Hepburn e Joan Cusack (Hollywood Reporter), con uno sguardo inopportuno nella vita personale di un corridore professionista (Variety).
Non a caso l’aspetto più complesso nella realizzazione del film è stato unire la finzione alle esigenze del cast, composto da veri atleti olimpici, che hanno imposto regole di orari e alimentari.
Tracktown è lontano dalla spettacolarità di “Race - Il colore della vittoria” e più vicino alle consuetudini di “Juno”. Solca la linea di un cinema intimista che non disdegna di raccontare storia di ordinaria a-normalità.
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