Giuseppe Fiorello protagonista su Rai 1, lunedì 11 gennaio
Tv / News - 11 January 2021 14:50
Penso che un sogno così, questa sera su Rai 1
Penso che un sogno così, Giuseppe Fiorello è il protagonista della serata, oggi lunedi 11 gennaio, di Rai 1 con un evento speciale.
Daniele
Bonaviri e Fabrizio Palma saranno i musicisti che affiancheranno
Giuseppe Fiorello lungo questo viaggio accompagnato dalle musiche di
Domenico Modugno.
Tra gli ospiti anche Eleonora Abbagnato,
Pierfrancesco Favino, Paola Turci, Serena Rossi, Francesca Chillemi e
Rosario Fiorello.
Giuseppe
Fiorello spiega la nascita di questo emozionante progetto televisivo:
“Questo ‘sogno’ che porto in televisione è un tracciato di
quello che sono, è un tributo alla timidezza attraverso la quale vi
farò vivere il mio rapporto con la vita, regalo una parte della mia
famiglia e alla mia famiglia regalo quei silenzi di bambino ora
decifrati e risolti.
Attraverso le musiche di Domenico Modugno
creo un filo conduttore tra lui e mio padre che è il vero
protagonista di questa storia.
Per una questione fisica, di una
somiglianza che a tratti sembra molto fraterna, dai baffetti allo
sguardo, alla voce, e per velleità artistiche dell’uno e
dell’altro, è un incrocio di vite, di destini, di passato e di
futuro. Il racconto parte da molto lontano con un fatto
apparentemente surreale sulla prima volta che da bambino ascoltai un
brano di Modugno per via di un personaggio bizzarro del mio paese che
mi volle regalare un suo disco, fino ad arrivare al presente mettendo
in scena il tema del destino che volle mettermi di fronte ad una
scena che per me sarebbe stata più che un lavoro… interpretare
Modugno. Svelerò ogni paura, ogni istante di quei mesi in cui mi
trovai davanti ad uno specchio a decidere se assumermi o meno quella
grande responsabilità, e poi la prima volta che entrai a casa di
Mimmo…
In scena si esegue un repertorio di brani molto vasto tra
cui canzoni meno note, cantate e suonate dal vivo, si raccontano
incontri importanti come quello con Pier Paolo Pasolini e si
attraversano temi anche forti senza mai mettersi su una cattedra a
spiegarne il metamorfico significato ma lasciando liberi gli
spettatori di crearsi il loro immaginario.
Un racconto dedicato
esclusivamente a mia madre Sarina, l’unico grande amore di mio
padre”.
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