Il film di Woody Allen Zelig, Il ballo del camaleonte

Allan Stewart Königsberg, conosciuto come Woody Allen, nasce a New York il 1º dicembre 1935, è un regista, sceneggiatore e attore statunitense, nonché comico, autore teatrale, scrittore umoristico e clarinettista jazz. Il suo stile intellettivo e raffinato l'ha reso uno degli autori cinematografici più rispettati dei nostri tempi. In merito al cinema il regista afferma: " I problemi costanti, enormemente complicati, che pone la realizzazione di un film, mi tengono occupata la mente. Così non ho tempo per riflettere sulle terribili realtà della vita."
Tra il 1980 e il 1983 Allen dedica tutto il suo "tempo libero" a completare Zelig (1983). Ambientato tra le due guerre, il protagonista nel film è Leonard Zelig, vittima di un'ignota malattia che si manifesta nella trasformazione psicosomatica dei tratti in conseguenza dell'ambiente in cui l'individuo si trova. Ricoverato in ospedale, Zelig è seguito da Eudora Fletcher, una psichiatra che cerca di scoprire le radici dello strano fenomeno nell'inconscio del paziente. La dottoressa Fletcher tenta di proteggere Leonard e se ne innamora. Sottopone Zelig alla terapia di autocoscienza: per realizzarsi bisogna annullarsi e costruire nuovi modelli. A tal proposito è nella scena toccante della falsa rivelazione di Eudora, girata in piano-sequenza, che porta la coscienza di Zelig a sfaldarsi per rinascere.
Un lavoro profuso in questo film-mosaico: messe enorme di ricerche in cineteca e di trucchi fotografici attuati con minuziosa cura da Gordon Wills per "invecchiare" e "rovinare" la pellicola (fotomontaggi, effetto pioggia, animazioni computerizzate, deformazioni del suono), un casting difficile (tra sosia e facce d'epoca), una colonna sonora di canzoni originali e reinventate, come Il ballo del camaleonte, opera del compositore Dick Hyman.
Il regista sceglie la forma del documentario e s'inventa Zelig il trionfo del trasformismo come malattia del secolo, perché l'eccessiva adesione all'immagine altrui, viziata dal protagonismo dei mass media, conduce alla perdita della propria individualità. La smania di essere accettato ad ogni costo lo induce a comportarsi come un liquido, prende la forma del recipiente, dove è versato.
Il suo è anche un film politico, la scelta del periodo storico non è indifferente: tra la Depressione e l'ascesa di Hitler, in America come in Europa è il momento in cui si consolida definitivamente il potere dei mass media come dominio universale sulle coscienze.
La vera e unica malattia di Zelig è un bisogno inconfessato di amore. I medici, gli psichiatri, i parenti lo studiano, lo sfruttano, lo smontano come una macchina, facendolo diventare un fenomeno da baraccone. La guarigione di Zelig sta nell'amore corrisposto, amare profondamente vuol dire essere se stessi, infatti " Non fu l'approvazione delle masse ma l'amore di una donna a cambiare la sua vita."
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