Festival di Venezia 2017, 'Human Flow': incontro con Ai Weiwei e i produttori
Cinema / Festival / News - 01 September 2017 15:45
Una troupe che conta oltre 200 persone, 23 Paesi visitati, oltre un anno di riprese: sbarca a Venezia la monumentale opera dell'artista e attivista cinese sull'Odissea dei migranti
“Human Flow” è il docu-film in cui il visual artist e attivista cinese Ai Weiwei affronta con sguardo attento e penetrante la questione forse più cruciale del nostro tempo, dalla cui soluzione dipende l’anima stessa della civiltà occidentale: la crisi dei profughi, e l’impatto che questa migrazione di proporzioni bibliche sta avendo sulla società globale.
“Human Flow” è un’opera necessaria, che ci esorta a guardare in faccia la realtà, a ritrovare la compassione e la fiducia verso il prossimo, in un’epoca in cui la paura e l’odio sembrano forze inarrestabili.
Il docu-film offre un’esperienza immersiva, che spinge lo spettatore a immedesimarsi nelle persone che vede sullo schermo, senza contrapposizioni. Ai Weiwei ha sottolineato come sia difficile, mentre si lavora a un progetto simile, mantenere il giusto equilibrio tra il coinvolgimento emotivo e un approccio più obiettivo.
I produttori, in particolare Diane Weyermann, hanno invece parlato dello sforzo organizzativo richiesto da un progetto di questa portata. “Human Flow” è stato sviluppato partendo da un filmato che Weiwei ha girato con il suo iPhone durante una vacanza nell’isola greca di Lesbo: quindi all’inizio nessuno sapeva quanto sarebbe costato il film, né quali sarebbero state le logistiche delle riprese. E’ stato un processo organico, che è cresciuto seguendo le esigenze che si presentavano man mano che le riprese progredivano.
“Human Flow” ha una struttura narrativa che spesso punta a disorientare il suo spettatore. A detta del produttore Heino Deckert, l’obiettivo era realizzare il resoconto di un viaggio caratterizzato da una visione politica comune, senza seguire una progressione tradizionale degli eventi.
Ai Weiwei ha ribadito che quello della migrazione non è un problema che riguarda solo i profughi, ma tutti quanti noi; è vitale trovare una soluzione che non comprometta i valori su cui si basano le società democratiche odierne.
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