Festival di Venezia 2017, 'Hannah': recensione del film
Cinema / Festival / News - 08 September 2017 20:00
Il film "Hannah" è in concorso alla 74. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, in programma al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre 2017.
Abbiamo guardato il nuovo film diretto da Andrea Pallaoro e intitolato "Hannah", in concorso alla 74. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
La trama è strutturata attorno a un singolo personaggio, Hannah (Charlotte Rampling), una donna che ha perso la forza di affrontare la realtà circostante e dopo l'arresto del marito è precipitata in un vortice di tristezza e progressiva depressione.
Il film osserva il dramma emotivo e psicologico vissuto da Hannah e la costante focalizzazione sulla protagonista permette allo spettatore di percepire l'intensità del suo conflitto interiore. La donna ha uno sguardo spento, attraversa una quotidianità priva di emozioni e la sua inquietudine si dilata negli spazi interni ed esterni.
"Hannah esplora il tormento interiore di una donna intrappolata dalle proprie scelte di vita, paralizzata da insicurezze e dipendenze, dal suo stesso senso di lealtà e devozione" - ha commentato Andrea Pallaoro - "La disperazione di Hannah mi tocca profondamente, forse perché sono consapevole di quanto il mondo possa essere spietato nei suoi confronti, o forse perché in lei riconosco alcune parti di me stesso. Ciò che so per certo è che con questo film ho voluto sentirmi vicino a lei, tenerle la mano, incoraggiarla, rassicurarla."
Il percorso narrativo del film resta fedele al suo intento di indagare le emozioni che pervadono la protagonista, interpretata in modo intenso e coinvolgente dall'attrice Charlotte Rampling, pertanto il racconto tralascia volutamente di spiegare alcune dinamiche della sua esistenza, come il reato di cui è accusato suo marito, "non volevo che distogliesse l’attenzione dal cuore del film: il suo allontanamento, l’arresto, sono infatti il catalizzatore che costringe Hannah a fare i conti con sé stessa" - ha spiegato il regista del film.
Nelle numerose scene prive di dialoghi si assiste all'affievolirsi delle consapevolezze di Hannah, smarrita in un mondo che non è più in grado ci comprendere finendo per disperdere la sua identità.
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