Dune: Part Two - Parte due, i motivi del successo al box office e della critica

Cinema / News - 05 March 2024 14:00

Dune: Part Two è il film al cinema

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The Florida Project

Dune: Part Two al box office

Dune: Part Two si appresta a divenire uno dei fenomeni cinematografici dell’anno. Negli Stati Uniti ha incassato 81,5 milioni di dollari nel weekend di debutto, segnando il migliore debutto del 2024, e dal film-concerto di Taylor Swift di ottobre 2023, The Eras Tour (93 milioni di dollari). 

"Questa è un'apertura eccezionale per un [sequel] di fantascienza - ha affermato David A. Gross della società di consulenza cinematografica Franchise Entertainment Research - il pubblico si connette con questi [personaggi] umani e vulnerabili".


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C’è da considerare che a interpretare il protagonista c’è Timothée Chalamet, che ha già avuto un ottimo successo con Wonka, incassando 624,8 milioni di dollari. Ciò lo pone come uno degli artisti che riscuotono più adesione al box-office.

In particolare Dune 2 ha avuto successo nei cinema Imax, che hanno contribuito per 18,5 milioni di dollari di vendite di biglietti. "Le nostre location cinematografiche più iconiche sono praticamente esaurite per settimane", afferma Rich Gelfond, CEO di Imax, come riportato da Variety.


Dune: Part Two, le recensioni della critica

La trama di Dune - Parte due è tratta dalla seconda parte del primo romanzo della saga scritto da Frank Herbert, e pubblicato nel 1966: vede Paul Atreides (Timothée Chalamet) unirsi a Chani (Zendaya) e ai Fremen per vendicarsi dei cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Il film ha ottenuto anche il consenso della critica: per The New York Times “l'arte dello spettacolo cinematografico è viva e vibrante in Dune: Parte Due, ed è un vero spasso”. Per il Los Angeles Times “Villeneuve è riuscito a mantenere una delle più grandi scommesse hollywoodiane degli ultimi tempi, offrendo un'epopea in due parti ricca di sfumature letterarie, significato attuale e forse anche la promessa di un altro film o due”. Più critici sono i Cahiers du cinéma: “visto da vicino, sembra una gara di frasi ossequiose contese tra twink leziosi, vecchie glorie stanche e muse di marchi di lusso”.

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