Barry Lyndon
Cinema / News - 14 August 2010 08:49
Decimo film del regista e sceneggiatore statunitense naturalizzato britannico Stanley Kubrick, Barry Lyndon esce nel 1975 dopo Arancia meccanica. Accantonato il progetto di portare sul grande schermo un film storico basato sulla vita di Napoleone, Napoleon (a causa del recente flop di un film di argomento simile di un altro regista), Kubrick si imbattè nel romanzo "Le avventure di Barrry Lyndon" dello scrittore William Makepeace Thackeray, di cui possedeva l'intera opera, e che gli consentì di confrontarsi comunque con un genere storico, essendo la vicenda ambientata nel XVIII secolo.
In un primo momento si era interessato a "La fiera delle vanità" dello stesso autore ma, resosi conto della difficoltà di quel soggetto ad essere reso cinematograficamente, si era interessato alla storia di Barry Lyndon rimanendone molto impressionato. Come affermò lo stesso regista in un'intervista a Michel Ciment: "Amavo la vicenda e i personaggi...ed esso offriva inoltre l'opportunità di fare una delle cose che il cinema può realizzare meglio di qualunque altra forma d'arte, presentare cioè una vicenda a sfondo storico. La descrizione non è una delle cose in cui i romanzi riescano meglio, però è qualcosa in cui i film riescono senza sforzo, almeno rispetto allo sforzo che viene richiesto al pubblico. Ciò è altrettanto vero per la fantascienza e per le storie fantastiche che offrono possibilità visive che non si trovano invece nelle vicende contemporanee." Rispetto alla storia originale Kubrick apportò una serie di modifiche cercando però di mantenersi il più
fedele possibile allo spirito del romanzo. Tra i cambiamenti più evidenti c'è l'uso di una voce fuoricampo talvolta ironica e cinica rispetto agli avvenimenti narrati laddove Thackeray aveva usato il protagonista come voce narrante. Inoltre nel film c'è l'invenzione dell'ultimo duello e della scena dei due omosessuali vicino al lago. Lo stesso finale è stato cambiato. Tutte le modifiche apportate sono state spiegate dal regista nell'ottica di una migliore economia ed agilità espositiva. Una delle peculiarità nella lavorazione del film che ha contribuito a farne un autentico capolavoro è stata la scelta di girare solo con un'illuminazione naturale il che ha reso necessario un obiettivo rivoluzionario realizzato dalla Zeiss per la Nasa, oltre a nuove macchine da presa messe a punto dalla Panavision. Il risultato è di una grande naturalezza ed assenza di artificialità, con un'atmosfera assolutamente perfetta sia negli esterni che negli interni illuminati solo dall'ovattata luce delle candele, delle lampade ad olio o dalla luce che filtra dalle finestre. Ciò gli ha guadagnato l'Oscar per la migliore fotografia.
La nota scrupolosità del regista ha fatto sì che nel ricreare scene e costumi si sia fatto riferimento a quadri, stampe e disegni d'epoca facendogli conquistare anche gli Oscar come migliore scenografia e per i migliori costumi. Il film fu girato interamente in esterni e senza ricostruire alcun set. Dal momento che in Irlanda esistevano ancora molti edifici del XVIII secolo, Kubrick decise di trasferirvi la produzione, ma le riprese si interruppero bruscamente quando il regista fu minacciato dall'IRA perché aveva fatto sfilare l'esercito inglese sul territorio irlandese in un periodo particolarmente delicato. La produzione si trasferì allora immediatamente in Inghilterra. Nonostante la cura maniacale per i dettagli, sono presenti due anacronismi: in una cartina geografica compare un treno a vapore che ovviamente all'epoca non esisteva e, in una scena successiva, compare un cane di razza Golden Retriever che fu allevata solo a partire dal 1899.
Nel film, come nei due precedenti, Kubrick abbandona le musiche originali spiegando così la sua scelta: "Per quanto bravi possano essere i nostri migliori compositori, non sono certo un Beethoven, un Mozart o un Brahms. Perché usare della musica che è meno valida quando c'è una tale quantità di grandi musiche per orchestra, del passato e della nostra stessa epoca, che si possono utilizzare?". E' interessante notare come nella colonna sonora sia presente un brano di Schubert, l'Opera 100, Trio in mi bemolle, che, essendo stato scritto nel 1828, rappresenta un evidente anacronismo rispetto alle iniziali intenzioni del regista di utilizzare solo musiche del XVIII secolo. Kubrick ha spiegato che, dopo avere ascoltato tutti i dischi di musica del XVIII secolo in commercio, si era presentato un problema relativo all'assenza di temi d'amore tragico in quel periodo e di avere dovuto quindi fare un'eccezione alla propria regola ritenendo che "è un magnifico brano di musica e possiede proprio quell'equilibrio contenuto, tra il tragico e il romantico, senza quell'impeto eccessivo proprio del tardo romanticismo." Questa scelta gli valse anche il quarto Oscar per la migliore musica adattata. Per quanto riguarda la scelta dell'attore principale, Ryan O'Neal (Love Story - 1970, Paper Moon - Luna di Carta - 1973), il regista ha affermato: "Era l'attore migliore per questo ruolo. Aveva il fisico giusto ed ero sicuro che possedesse una capacità recitativa superiore a quella che gli era stato dato di dimostrare in molti dei film che aveva fatto in passato. Ripensandoci credo che la mia fiducia in lui fosse pienamente giustificata dalla sua performance, e tuttora non so pensare a nessun altro attore che sarebbe più adatto a quel ruolo."
La trama del film è piuttosto lunga e complessa, vista anche la sua durata, e narra le peripezie di Redmond Barry, irlandese del Settecento, avventuriero e arrampicatore sociale, di cui descrive gli amori, l'ascesa e la caduta attraverso le tappe di soldato, spia e giocatore. La sua è in fondo una storia tragica: dopo che in Irlanda qualcuno aveva abusato del suo amore, Barry non concederà più a se stesso il lusso di amare e abuserà dell'amore che gli altri gli concedono. Quando riuscirà ad amare di nuovo - riversando tutte le sue attenzioni sul figlio Brian _ suo figlio morirà ed egli, ormai distrutto, riprenderà il suo stile di vita cinico e privo di affetti. Kubrick parlò di Barry dicendo che: "...è ingenuo e diseducato. E' spinto da un'insaziabile ambizione alla ricchezza e alla promozione sociale. E' un'infelice combinazione di qualità, che porterà a lui e a quanti lo circondano grandi disgrazie e grande infelicità. Verso di lui si provano sentimenti ambigui, però lui ha del fascino e del coraggio, ed è impossibile non amarlo nonostante la sua vanità, la sua insensibilità e le sue debolezze. E' un personaggio molto reale: non è né un eroe convenzionale né un malvagio convenzionale." La grandezza del film, oltre all'eccelso apparato formale, sta nell'elegante distanza con cui Kubrick espone le vicissitudini del suo antieroico personaggio, mostrando semplicemente le vicende nel loro svolgersi e facendo della voce fuori campo un contrappunto ironico alle diverse situazioni.
Interessante è anche il discorso che intesse sulle dure leggi sociali e le distanze di classe, descritte con una fredda lucidità.
BARRY LYNDON - Regia: Stanley Kubrick. Sceneggiatura: Stanley Kubrick. Soggetto: "Le memorie di Barry Lyndon" di William Makepeace Thackeray. Produttore: Stanley Kubrick. Musiche adattate e dirette da: Leonard Rosenman. Fotografia: John Alcott. Interpreti: Ryan O'neal, Marisa Berenson, Patrick Magee, Hardy Kruger, Diana Koerner, Leon Vitali. Paese: Regno Unito. Anno: 1975. Durata: 184 min. Genere: Storico, drammatico. Distribuzione Italia: Warner Bros. Italia.
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