Violeta Parra Went to Heaven, ritratto candido e disperato nel disordine esistenziale della vita
Cinema / News - 04 July 2013 13:48
“En los jardines humanos que adornan toda la tierra pretendo de hacer un ramo de amor y condescendencia” (“Nei giardini umani che adornano tutta la terra mi sforzo di comporre un bouquet d'amore e di
Violeta Parra Went to Heaven (titolo originale “Violeta se fue a los cielos”) è il lungometraggio biografico di Andrés Wood, basato sull'omonimo romanzo scritto da Angel Parra, figlio di Violeta Parra, donna ribelle e fragile cui si deve un'importante opera di recupero e diffusione della tradizione popolare del Cile, proseguita - dopo la sua tragica scomparsa - dal movimento della Nueva Canción Chilena. Tramite un film che sfugge alla cronologia temporale per inseguire invece il disordine esistenziale della vita, Wood cerca di evidenziare la forza del personaggio di Violeta, interpretato da Francisca Gavilán; un soggetto capace di padroneggiare la propria dimensione artistica in lungo ed in largo, tentando d'incanalarla nel complicato sentimento di una realtà resa difficile dalla povertà e da quel quel senso di precario equilibrio fortemente impresso poi nella musicalità folk che fece celebre l'artista nel globo intero.
La pellicola proposta da Andrés Wood costituisce una sorta di album di fotografie quanto toccante, in grado di riportare alla mente l'indomabile carattere e l'oscura debolezza tipiche dell'esuberante Violeta che aveva mente acuta ed era al contempo passionale e spigolosa, tenera e dispotica. Grande era l'amore di costei per la sua terra, per il suo pubblico e la relazione col musicista ed antropologo svizzero Gilbert Favre le riservò emozioni intensissime. Colpita da una grave forma di depressione, a cinquant'anni ella scelse di suicidarsi. La canzone “Gracias a la vida” è reputata il suo testamento spirituale ed è stata interpretata da numerosi cantanti.
Insieme alla Gavilán, fra gli interpreti di “Violeta Parra Went to Heaven”, figurano Thomas Durand, Christian Quevedo, Gabriela Aguilera e Roberto Farías. La sceneggiatura è di Eliseo Altunaga. La produzione curata da ANCINE ( Agência Nacional do Cinema).
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