Deep Purple, dicono no agli Mp 3 e restano sulla breccia con Now What
Daily / News - 30 April 2013 12:33
Dallo scorso venerdì è disponibile il nuovo album della band che approderà a Roma in tour lunedì 22 luglio
Deep Purple, ossia Profondo Viola. Così si chiama la celebre formazione pioniera dell'heavy metal creatasi a fine anni Sessanta per volontà dei manager John Coletta e Tony Edwards. Tale nome venne proposto dal chitarrista Ritchie Blackmore, pensando all'omonima canzone di Nino Tempo ed April Stevens, brano favorito di sua nonna. E nel tempo si è imposto come uno dei grandi monoliti della Stonehenge del rock. I Deep Purple hanno venduto oltre cento milioni di dischi nel globo (senza considerare il traffico di musica illegale) e sono stati annoverati nel Guinness dei primati quale band più rumorosa del mondo.
\r\n“Now What?!”, uscito solo quattro giorni fa, è il diciannovesimo album del gruppo che da ben otto anni non realizzava un disco in studio. Si tratta della prima opera dei Deep Purple concretizzata in era digitale, ma costoro non si mostrano affatto entusiasti degli Mp 3. Ian Gillan dice di odiarli, poiché, a parer suo, hanno un suono disgustoso. Ian Paice spiega che per loro il digitale non può fare parte del processo produttivo di un disco, in quanto lavorano puntando alla qualità. E soggiunge che proprio in “Now What?!” crede abbiano raggiunto il miglior suono di sempre, qualcosa che risulta gradevole in ogni senso.
\r\nLa pubblicazione dell'album verrà seguita da una lunga tournée che condurrà i Deep Purple anche in Italia, il prossimo luglio: il 21 presso il Castello Sforzesco di Vigevano, il 22 all'Ippodromo delle Capannelle di Roma, il 24 nell'area concerti di Majano. Per quanto concerne live, show e scaletta, gli artisti lasceranno andare le cose in modo molto naturale. Mescoleranno i nuovi pezzi con i successi di sempre che il pubblico ama sentire da seduto o stando in piedi, magari ballando, cantando e/o urlando. Non tralasciare l'esecuzione delle vecchie canzoni per la band è una questione di rispetto, sia nei confronti dell'audience che nei riguardi della propria storia.
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