Anna Karenina e il dilemma della letteratura russa: Tolstoj o Dostoevskij?
Anna Karenina è il grido di dolore del cuore, sopraffatto da un amore cieco e dissoluto, torna al cinema grazie a Joe Wright e Keira Knightley
Anna Karenina è il famoso romanzo di appendice di Lev Tolstoj che fu pubblicato a puntate nel periodico Ruskii Vestnik a partire dal 1875. Nel 1877 però, alla fine del romanzo, Tolstoj, che aveva assunto una posizione antinazionalista, fu costretto a far pubblicare a proprie spese e separatamente l’ottava parte.
Fëdor Dostoevskij fu tra i primi a riconoscere il valore storico del romanzo, affermando: “Anna Karenina in quanto opera d'arte è la perfezione... e niente della letteratura europea della nostra epoca può esserle paragonato”. Tolstoj trasse ispirazione da I racconti di Belkin dello scrittore e poeta russo Puškin. Se la letteratura russa divide i favori tra i due grandi scrittori, questo romanzo può essere considerato un punto di incontro imprescindibile nella ricerca narrativa e letteraria universale.
Joe Wright è il noto regista inglese di (Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione) che ha portato nelle sale una affascinante trasposizione cinematografica del romanzo. Nel 2013 Anna Karenina resta ancora attuale e coinvolgente. Il cast di eccezione del film è composto da: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly MacDonald, solo per citare alcuni interpreti. Ma la vera rivelazione è data dalla scenografia. Per alcuni ardita, tanto da non essere adeguatamente premiata nell’attribuzione degli Oscar 2013, ma per la maggior parte del pubblico geniale. La struttura scenica è poeticamente costruita su un palcoscenico teatrale in movimento, le dissolvenze della camera da presa spesso si accompagnano a immagini di un immaginario dietro le quinte della vita, eternamente sospesa tra illusione e realtà, tra sogno e disillusione. Anna Karenina è il romanzo di tutte le forme dell’Amore, dei tre amori che arricchiscono e turbano la vita del genere umano, l’amore familiare di Dolly, l’amore coraggioso e dissoluto di Anna, e l’amore puro di Kitty.
Natalia Ginzburg, nella famosa traduzione del romanzo proposto da Einaudi ci ricorda: “In Anna Karenina è rappresentata la colpa come ostacolo, anzi come barriera invalicabile al raggiungimento della felicità. Accanto ad Anna e a Vronskij, che non possono essere felici insieme, vediamo come Levin e Kitty ottengono in fondo con facilità, nonostante qualche dibattito interiore, quello che è negato agli altri due: ma Kitty ha saputo dimenticare Vronskij e, rinunciando a lui, rinunciare agli ideali poetici, ricchi di fascino e di bellezza esteriore, ricchi di pregi mondani, della sua giovinezza. Rinunciando a questi ideali, Kitty scopre che la realtà usuale e consueta, lungi dall'essere meschina e squallida, è assai preziosa e bella. È questa la storia di molti personaggi di Tolstoj”.
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