This must be the place, Sean Penn da Oscar
Cinema / News - 17 October 2011 16:43
This must be the place, Sean Penn da Oscar - Cheyenne (Sean Penn), leader dei Cheyenne and the fellows, è una goth-rock star in pensione: vive da nababbo nella sua tenuta a Dublino, accanto alla moglie Jane (Frances McDormand), di professione pompiere. Sono sposati da 35 anni, ogni stare insieme è una prima volta. Dal suo ritiro dalle scene, ogni mattina, Cheyenne si prepara davanti allo specchio: l'acconciatura accotonata, le unghie laccate di nero, il rossetto vermiglio, lo strato di cerone.
Passa le giornate in compagnia della giovane Mary (Eve Hewson), fa spesa da Tesco, cerca il modo di mettere insieme "un ragazzo triste con una ragazza triste" (ma per qualche ragione forse non è una buona idea), fa visita alla madre di Jane (Olwen Fouéré) nei periodi più bui di un'angosciante attesa: la donna, infatti, sigaretta dopo sigaretta, sorveglia dalla finestra il ritorno del figlio perduto. Ogni settimana passa al cimitero per sofformarsi sulla lapide di due giovani, morti suicidi sotto l'effetto di una canzonetta lugubre.
Una notte, Cheyenne rivela alla moglie di sentirsi "leggermente depresso", ma Jane lo rassicura: è solo annoiato.
Una telefonata da New York lo avvisa che l'anziano padre, con cui ha interrotto i rapporti da decenni, sta morendo: Cheyenne, l'inseparabile trolley con sè, affronta l'Atlantico in nave, ma arriva al capezzale in ritardo. Apprende che il genitore ha dedicato la vita a dare la caccia al suo aguzzino di Auschwitz, Aloise Lange (Heinz Lieven), un ultranovantenne probabilmente già morto, ma decide di portare a termine la missione incompiuta: è importante dire no alla paura, almeno una volta nella vita. Sulle note di This must be the place al concerto di David Byrne (autore della colonna sonora della pellicola), Cheyenne ha un crollo emotivo: l'epifania è parzialmente annunciata.
Leggendo i diari del padre, parte alla caccia di Lange a bordo di un pick up: dal New Mexico allo Utah, il malinconico detective mette insieme i tasselli, acquista una pistola e scova il nascondiglio del nazista prima del leggendario Mordecai Midler (Judd Hirsch), amico del padre.
Faccia a faccia con Lange, apprende la natura dell'umiliazione inflitta al genitore.
Lungo il film, Cheyenne ripete tre volte che qualcosa lo ha disturbato, ma non sa esattamente cosa: lo dice a Jane riferendosi alla sua carriera; a Midler ripensando alla sua di umiliazione di adolescente spensierato; infine, a Lange – l'epifania è compiuta – seppellendo il rancore covato per tanto tempo. Con ironia yiddish, Cheyenne pone fine al disegno vendicativo inseguito dal padre per tutta la sua (lunga) esistenza.
Di ritorno a Dublino, si accende la prima sigaretta della sua vita: fumo e cenere, i suoi demoni sono ormai lontano.
Scritto a quattro mani con Umberto Contarello e diretto da Paolo Sorrentino, This must be the place è un road movie di grande impatto visivo. Attraverso Cheyenne, grazie alla sua ironia crepuscolare, il suo tratto fanciullesco illibato e, allo stesso tempo, una saggezza compiuta che non ti aspetti, Paolo Sorrentino rivisita l'America con sguardo malinconico e l'intento celebrativo di un certo modo di fare cinema. Ispirato a Robert Smith dei Cure, Cheyenne è interpretato da uno straordinario Sean Penn: lo stesso Sorrentino ha dichiarato riguardo alla performance dell'attore, "non pensavo si potesse recitare così bene".
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