Recensione film Winnie the Pooh: un orsacchiotto per amico
L\'orsacchiotto di pezza, ormai cinquantenne torna al cinema

Recensione Winnie the Pooh. Un orsacchiotto per amico. Per il weekend pasquale, quale miglior film della storia che ha appassionato tutti i bambini (compreso il sottoscritto in età non sospetta)? Gli efelanti, la ricerca del miele, comporre poesie, abitare in una Vecchia Quercia. Nessun cartone animato ha avuto un così forte proselito di gadget come la storia inventata da A. A. Milne nel 1926.
Già nel 2005 con Winnie the Pooh e gli efelanti c’è stata una trasposizione cinematografica: e questa regia di Stephen Anderson aumenta l’aspetto d’intrattenimento, molto dinamico e veloce nello svolgersi delle situazioni. La trama è quella di Pooh che sta cercando un po\' di miele. Va a casa di Christopher Robin: al posto dell\'amico trova un biglietto sulla porta.
Poiché nel bosco dei 100 acri nessuno sa veramente leggere, sorge un malinteso. La frase I\'ll be back soon viene interpretata come il rapimento di Christopher da parte di un certo Backson e così l\'intera squadra decide di tendere una trappola a Backson. Pooh, sempre alla ricerca del suo miele, cade in fondo alla trappola per Backson. Nel corso del suo salvataggio, il resto della squadra cade nella buca, tranne Pimpi che così è l’unico che può salvare la squadra.
Il personaggio creato da A. A. Milne, i cui diritti furono acquistati dalla Disney nel 1956, presenta qui sempre il suo solito carattere curioso verso il mondo, con scoperte continue, con il tema del cameratismo che rafforza gli obbiettivi. E la formazione avviene con frasi semplici, le solite “pensa, pensa”, “oh, rabbia”, “oh, c-c-c-c-cielo”, “sciocco di un orsetto”. Il tutto è poi reso credibile da un’animazione non tridimensionale ma aderente allo spirito del libro : tra gli altri, Mark Henn (Winnie-the-Pooh, Christopher Robin), Andreas Deja (Tigro) e Bruce W. Smith (Pimpi, Kanga, Roo). Senza bisogno del 3D, la musica di Christopher Willis avvolge le avventure, e lo stesso trailer con Somewhere only we know del gruppo inglese Keane incinta alla visione.
Come per La principessa e il ranocchio, il film utilizza la Toon Boom Animation, ossia invece di animare i personaggi del libro, sono i protagonisti stessi che interagiscono con il testo.
Il personaggio di Winnie the Pooh fu dedicato da Milne a suo figlio, ed semplicemente la storia di un orsacchiotto di pezza che però trascina generazioni: frutta alla Disney 1 miliardo di dollari l’anno solo in merchandaising. Non solo per questo motivo, è un film che da vedere, anche non accompagnati dai bambini.
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