Film Adagio, intervista all’attore Lorenzo Adorni

Cinema / Intervista - 14 December 2023 15:00

Adagio esce oggi al cinema

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Film Firebrand - video

Adagio è il film di Stefano Sollima da oggi al cinema (leggi la recensione). La trama s’incentra su Manuel (Gianmarco Franchini), un sedicenne romano, ricattato da alcuni Carabinieri corrotti che lo costringono a girare dei video durante un festino: nelle immagini, un noto politico è immischiato in fatti di pedofilia e traffico di stupefacenti. Nel cast ci sono Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea e Lorenzo Adorni.

Hai lavorato in Adagio di Stefano Sollima. Com'è stato partecipare a un film dalla trama così composita?

Lavorare con Stefano Sollima per me è stato un onore professionale - e umano - non indifferente. Non solo per la trama articolata e per lo spazio introspettivo che è stato dato ad ogni personaggio ma soprattutto come palestra attoriale. Sollima è una persona precisa, molto chiare, senza troppi fronzoli. Ha la capacità di farti sentire al sicuro proprio perché ha una visione dell'opera completa, e sa cosa cerca da ogni personaggio. Perciò è anche molto esigente: finalmente, aggiungerei. Finchè non ha la sua scena buona, ma buona davvero, lui non si schioda dai monitor regia. Devo dire che in una produzione spesso molto serrata coi tempi, in questo periodo di grandi serialità e varietà di opere, lavorare a stretto giro con cura, professionalità, generosità e precisione è un qualcosa di raro e unico. Non potrei sentirmi più grato e fortunato di aver fatto parte di questo progetto e ogni volta che ho modo di parlare con colleghe e colleghi che stimo di augurare loro di lavorare con lui.


Mostra del cinema di Venezia 2023 - immagini

Il rapporto con gli altri attori, come è stato?

Anche per il cast vale ovviamente lo stesso discorso fatto per Stefano. Ognuna delle persone incontrate mi ha lasciato un'umanità e una voglia di condivisione straordinarie e poi… beh vi assicuro che poter osservare da vicino l'artigianato di quei mostri sacri non è cosa da poco. È andare a scuola di recitazione e cinema - e di professionismo - in ogni giorno del set. Infine direi che sì, la cosa ancora più bella è che mi sono "portato a casa" anche un nuovo amico, un attore incredibile: lo ammirerete dal 14 dicembre al cinema e concorderete con me. Ne ero già certo, vista la sua carriera ricca e variegata, ma qui su Adagio ne ho avuta la conferma: un compagno di scena attento e generoso e un essere umano speciale come Adriano Giannini.  

Puoi parlarci del tuo personaggio nella serie YOLO, You Only Love Once?

Edoardo è una persona priva di qualunque giudizio per sé stesso e per gli altri. È uno che vive alla giornata e, ovviamente con una sua caratterizzazione esasperata - ma non troppo spero - penso che per questo sia un ottimo rappresentate dell'attuale generazione che va dai 30 a 40 anni. A differenza di Laura, diametralmente opposta a lui, è uno che non si pone troppe domande ma al tempo stesso, nel non porsele, risulta impacciato e anche fuori-luogo. Penso sia come tanti di noi preoccupato del giudizio "emotivo" che gli altri possono avere di lui, ma non ce la fa a non essere sé stesso in maniera imbranata.


La serie alterna commedia e problematiche amorose. Ti piace questa commistione?

Assolutamente sì. Penso che far ridere lasciando qualche pensiero nel pubblico sia un bel traguardo. Tutta la serie cerca di non cadere nella retorica o nel melenso, ha questa nota sempre bitter-sweet in ogni suo personaggio e prova a portare un'idea di amore non lineare. Ho trovato soprattutto molto interessante il fatto che l'arco narrativo si svolgesse in un anno intero. Molte volte il fattore tempo viene tralasciato nelle narrazioni romantiche: quando invece io, da pubblico, mi accorgo che il tempo torna ad essere una componente importante sia per la fase dell'innamoramento sia - ahimè- per la fase di guarigione da delusioni e ferite, tutto torna ad essere più reale, acquista per me un valore aggiunto.

Come ti sei avvicinato a questo lavoro?

Mi sono avvicinato a questo lavoro con un sogno. Tra i laboratori scolastici di teatro al liceo, la passione per il cinema, il sogno della regia.

Hai qualche consiglio per chi volesse avvicinarsi al mestiere della recitazione?

Non saprei, onestamente. Non mi sento di dare consigli perché ancora non ho capito molto di come funzioni tutto questo amabaradam caotico: il lavoro sul set, i provini, i colpi di fortuna, il duro lavoro sul proprio artigianato, il lavoro ancora più duro su stessi come persone, il giudizio altrui, il tremendo giudizio autocritico, le insicurezze, le presunzioni, la ricerca di equilibrio. Credo che tutto ciò faccia parte del mestiere, e sento di poter dire che recitare crea una forma mentis: e in parte penso che sia anche viceversa, perché la propria persona si "addice " al mestiere. È un lavoro che non ti permette di staccare veramente la spina, non si smette mai di essere attrici o attori, non è il lavoro remunerato che ci definisce tali, penso che sia soprattutto la visione quotidiana del mondo e delle persone, l'amore per il dettaglio, la curiosità, l'intuito, l'istinto, un certo tipo di raziocinio ma soprattutto la ricerca e il tenere duro.

È un concetto di autodeterminazione.

Sì, mi sento solo di dire che non ci saranno sempre persone disposte a credere in noi: molte di loro non lo faranno per cattiveria o indifferenza, siamo semplicemente tant* a sognare la cosiddetta ribalta. Quindi, dobbiamo farlo noi per prim*. Ci sono carriere di persone a me vicine che hanno richiesto anni per essere riconosciute dal settore eppure loro, citando Christoph Waltz, sono "sempre state lì". Bisogna essere tenaci ma senza mai scordarsi che siamo esseri umani, a volte saremo al massimo a volte no. Non abbiamo niente sotto controllo, soprattutto il giudizio degli altri e il futuro, quindi, è meglio lanciarsi nel presente come nella performance, fidarsi di sé stessi e coltivarsi. "Sii te stesso e sarà un successo" mi dice sempre mia sorella prima di un provino o di un primo giorno di lavoro. Siate voi stess* e sarà un successo enorme, ecco il mio augurio.

Qual è il tuo prossimo progetto?

Dall'estate del 2022 fino all'estate del 2023 sono stato parecchio fortunato nel prendere parte a tanti progetti e tutti differenti tra loro. Sono stato scelto per interpretare personaggi molto diversi fra loro e penso che questo per un attore sia una grande opportunità. Per ora non sto lavorando (vedi sopra per il famoso ambaradam caotico) sto facendo provini per la nuova stagione e mi sto tenendo in gioco facendo ripartire dalla mia formazione attoriale. Ci saranno però delle uscite: a parte Adagio il 14 dicembre, tornerò in Rai con due progetti: Gerri per Rai 1 e Kostas per Rai 2. Penso entrambi in uscita nel primo trimestre 2024. Per ora posso solo dire che abbiamo a che fare con due poliziotti, il primo interpretato dal mio grande amico fraterno e collega a dir poco sublime Giulio Beranek - insieme ad un cast non da meno di cui spero di poter parlare presto - e il secondo da uno straordinario e vulcanico , sia come attore che come uomo, Stefano Fresi.  

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