Whiskey Tango Foxtrot: recensione del film commedia satirica, non brillante sull'Afghanistan

Cinema / Recensione - 18 May 2016 10:40

Tina Fey è la protagonista di una nuova commedia, questa volta ambientata in una delle capitali più pericolose del mondo contemporaneo, Kabul. Diretta dal duo Glenn Ficarra e John Requa,

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Glenn Ficarra e John Requa dirigono Tina Fey in una commedia che stravolge il ruolo del reporter in Afghanistan, per un film che si basa sull’autobiografia satirica scritta in prima persona da Kim Barker.

Whiskey Tango Foxtrot poggia la sua trama sul capriccio di una vita insoddisfacente, che si traduce nella scelta di continuare il proprio lavoro in un territorio ostile come la Kabul invasa da militari, guerre ed esplosioni. La producer Kim Baker (Tina Fey) dovrà svolgere l’arduo compito di reporter allontanandosi dal suo comodo, ma stantio ufficio, per immergersi nel pericoloso Afghanistan, sostenuta da compagni di viaggio, come la sfrenata “coinquilina” Tanya Vanderpoel (Margot Robbie) agli antipodi del distaccato e sentenzioso colonnello Hollanek (Billy Bob Thornton). Sesso, droga e rock-and-roll avranno il sopravvento sull’ingenua Kim, che sarà costretta a mettersi in gioco più di quanto avesse mai pensato di fare, una prova che la costringerà a tirar fuori coraggio e determinazione per scoprire non solo un’avvincente storia da raccontare, ma anche una Kim Baker che non sapeva di essere.

Basato sulla storia vera di Kim Barker (si noterà che in sceneggiatura hanno mantenuto quasi intatto il vero nome della protagonista, se non fosse per l’eliminazione della lettera “r” nel cognome) e, di conseguenza, sulla sua autobiografia The Taliban Shuffle: Strange Days in Afghanistan and Pakistan, il film, che decide di concentrarsi unicamente sugli episodi vissuti dalla reporter su suolo afghano, ritrae i due diversi e per certi versi opposti ambienti che la reporter si trovò realmente a vivere quando decise di accettare il trasferimento che avrebbe sconvolto la sua vita, professionale e non. L’ambiente che accoglieva la giornalista durante le ore del giorno era dominato da guerre ed attacchi, per poi lasciare il posto, al calar della sera, ad un mondo mondano in cui feste ed intrighi amorosi si susseguivano senza sosta. Ed è proprio questo dualismo insito in un territorio così fragile, dominato dal pericolo costante, che Whiskey Tango Foxtrot vuole comunicare.

Tina Fey incarna tale dualismo in una protagonista che non si discosta in modo originale dai personaggi finora interpretati, ma riporta sul grande schermo una donna in contrasto tra ciò che vorrebbe essere e ciò che manifesta di essere, per un personaggio, quello della reporter Kim Baker, che si lascia travolgere dal clima festaiolo notturno, lasciando che il tono da commedia prevalga quasi sempre, non concedendo spazio ad una rappresentazione più fedele della condizione vissuta da un comune reporter che rischia in prima linea per documentare quanto stia accadendo. Non solo, Tina Fey mostra anche il contrasto evidente che si instaura tra l’apertura del personaggio da lei interpretato nei confronti del ruolo della donna in una terra in cui il potere maschile ha il sopravvento e la chiusura propria delle donne afghane, contrasto esposto in modo decisamente satirico e provocatorio nella scena in cui è chiamata ad indossare un velo per rispettare le usanze del Paese che la ospita.

Whiskey Tango Foxtrot pretende di ancorarsi al libro, elogiato ampiamente dalla critica, ma produce un film commedia che non stupisce. Il film decide volontariamente di non esprimere una propria posizione in merito alla questione afghana, sorvolando il problema e concentrandosi solo sulla personale storia di rinuncia e rinascita della protagonista, con un tutt’altro che velato attaccamento alla satira che non conquista, ma lascia ad una rappresentazione quasi surreale della vicenda proposta il tono di semplice commedia che più le si addice.

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