The Dinner, il film sulle colpe dei figli con Richard Gere e Laura Linney
Cinema / Recensione - 24 May 2017 08:00
"The Dinner" è il film con Richard Gere, Laura Linney, Steve Coogan: è tratto dal libro di Herman Koch.
The Dinner è il film di Oren Moverman con Richard Gere, Laura Linney, Steve Coogan e Rebecca Hall.
Paul (Coogan) e sua moglie Claire (Linney), Stan (Gere) - fratello maggiore di Paul - e la consorte Katelyn (Hall) vanno ad un’elegante cena. Durante le portate, dall’aperitivo all’antipasto la scansione temporale segnata dalle pietanze conduce ad una tragedia recente.
La cena è un incontro forzato per discutere di un crimine commesso dai rispettivi figli, Michael e Rick, adolescenti. “Egocentrico ed elitario”, definisce Paul il fratello Stan, durante un flashback. Ma ciò non lo esime dall’avere educato un figlio presuntuoso, come quello del fratello che commette con lui un omicidio, anche se non premeditato.
I due ragazzi infatti hanno dato fuoco ad una senzatetto, hanno caricato il video su internet e la loro identità non è stata ancora rivelata.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Herman Koch del 2009, tradotto e stampato in più di cinquanta paesi. Dall’ambientazione in Olanda si è giunti nel film a quella statunitense: “La cena” segue quindi i dialoghi dei quattro protagonisti, quasi vittime del lungo tempo trascorso intorno al tavolo. I flashback creano un dinamismo perché invece che appesantire il racconto mostrano i comportamenti passati dei due fratelli, quasi facendo presagire il futuro.
Il dilemma è se denunciare i propri figli: Stan ha una carriera in politica, ma non vuole che la colpa del figlio resti impunita. Si sente bloccato dalla malattia del fratello, ma poi lo incita a reagire.
Ottima è l’interpretazione degli attori, tanto che le riprese si sono svolte in tre settimane senza realizzare delle prove preliminari.
Il ricorso al cibo è uno pretesto per uno scontro di opinioni, spesso troppo fagocitate su se stesse con lunghe conversazioni. “La cena” in tal senso si posiziona sul solco di “Pomodori verdi fritti alla fermata del treno” (1991), “Il profumo del mosto selvatico” (1995), “Chocolat” (2000) ma con toni thriller. Più simile quindi al cinismo di “Carnage” (2011) di Roman Polanski, in cui i dissidi tra due famiglie erompono in un salotto.
Non secondario è il tema del razzismo, perché Claire quasi difende il figlio per il gesto compiuto, dal momento che la vittima era una “barbona” che ostacolata il loro cammino. Stan non può accettarlo, “avremo i migliori avvocati, ci occuperemo di loro” dice. “Cosa diventerà, se la passa liscia?” si chiede Stan, quando anche la moglie vuole proteggere il figlio.
Il finale è spiazzante, come solo le frasi pronunciate d’impulso possono dire.
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