Recensione Zanna Bianca, dal classico di Jack London
Cinema / Recensione - 10 October 2018 08:00
In sala dall'11 ottobre, distribuito in Italia da Adler Entertainment.
Zanna Bianca, l'intramontabile classico della letteratura, arriva al cinema. La pellicola di animazione, diretta da Alexandre Espigares, non deluderà il pubblico di famiglie e giovani spettatori.
La trasposizione del bestseller di Jack London è abbastanza fedele al romanzo di avventura. Siamo alla fine dell'Ottocento nei territori americani dell'estremo Nord, nella wilderness dello Yukon. Un territorio inospitabile per gli uomini, attraversato dai fiumi di Yukon, appunto, e Klondike, ricco di giacimenti d'oro. È un'epoca in cui la febbre dell'oro produce un importante fenomeno migratorio in queste zone. Lo stesso scrittore abbandonò la California per inseguire il business.
Dalla libertà nell Yukon al maltrattamento di cane da combattimento
Zanna Bianca comincia con il flashback in cui, ormai diventato una celebrità nel mondo dei combattimenti, soccombe all'attacco di due avversari, tra cui un pitbull. Lo vediamo stanco e depresso, lo sguardo diretto alla luna, una fascinazione cara da sempre.
Il film prosegue con una lunga sequenza, in cui il cucciolo di lupo, vivace e curioso, fa le sue prime scoperte. L'arrivo della neve accompagna un inverno particolarmente rigido: Zanna Bianca e la madre Kiche faticano a trovare cibo.
La trama di Zanna Bianca
Giunti nel villaggio indiano di Castoro Grigio, vengono accolti come cani da slitta. In realtà, Kiche aveva già lavorato per la tribù indiana, riuscendo a scappare. Al villaggio è costretta a tornare per la fame.
La
storia è nota. Venduta Kiche, Castoro Grigio viene truffato da Smith
Il bello, un individuo malvagio che, a suon di bastonate (le scene
dei maltrattamenti sono, opportunamente, sempre accennate), renderà
Zanna Bianca aggressivo e incattivito. Sarà Weedon Scott, nel libro
un facoltoso commerciante, nel film un uomo di legge, a soccorrerlo.
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