Recensione White God - Sinfonia per Hagen, il vincitore del premio "Un certain regard" a Cannes 2014
Cinema / Recensione - 08 April 2015 08:00
White God, giunto al suo sesto lungometraggio, il regista Kornél Mundruczò propone un'opera che è una sorta di racconto ammonitorio sul rapporto tra l'uomo e le specie a lui subal
White God – Sinfonia per Hagen (Fehér isten) è il nuovo film di Kornél Mundruczò (Delta). Esce nei cinema italiani giovedì 9 aprile 2015 e distribuito da Bolero Film.
White God – Sinfonia per Hagen trama, a causa di una nuova tassa sui meticci, Daniel abbandona Hagen, il cane della tredicenne figlia Lili. La macchina da presa segue le vicissitudini del quattro zampe: la fuga dall’accalappiacani, l’arrivo in canile, lo sfruttamento da parte di un barbone e l’addestramento al combattimento per mano di un losco individuo. Alla fine Hagen riesce ad avere la sua rivincita unendosi in gruppo ad altri randagi pronti a ribellarsi al genere umano. La loro vendetta sarà implacabile. Lili, che non aveva mai perso le speranze di riunirsi con il suo migliore amico, sarà l’unica persona in grado di bloccare la rivolta del branco.
White God – Sinfonia per Hagen recensione, il regista Kornél Mundruczò racconta la storia di una minoranza in maniera non convenzionale, utilizzando come simbolo quello del cane, in modo da focalizzarsi liberamente su un tema tanto delicato quanto già approfondito largamente dalla cinematografia mondiale. L’operazione più interessante è certamente quella di ribaltare il concetto di cane come migliore amico dell’uomo facendo diventare i quattro zampe il simbolo di una parte della società che non è più intenzionata a soccombere e che dunque si ribella.
White God – Sinfonia per Hagen cast, il protagonista indiscusso del film è il cane Hagen mentre i principali cooprotagonisti umani sono la giovane Zsòfia Psotta, al suo debutto cinematografico, nei panni di Lili e Sàndor Zsòter (La notte dei maghi) in quelli del padre Daniel.
Kornél Mundruczò ha scelto di dirigere questo film seguendo la filosofia del “solo se saremo in grado di metterci nei panni delle altre specie, avremo la possibilità di deporre le armi”. White God è per certi versi differente dai suoi cinque precedenti lavori, perché, come dichiarato dallo stesso Mundruczò, “dopo dieci anni di lavoro, ho sentito che ero più interessato a pensieri che richiedessero una forma diversa”. Grazie alla fotografia del giovane Marcell Rév, la storia raccontata è intrisa di elementi fortemente realistici, nonostante i connotati astratti della vicenda.
White God – Sinfonia per Hagen è un film che scuote lo spettatore e lo fa riflettere sulla sua situazione di relativa superiorità rispetto alle altre specie. Come dichiarato da Mundruczò, “questo è un film fortemente morale, che pone interrogativi altamente morali, il pubblico di conseguenza deve giungere a conclusioni morali”.
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