Recensione Tutti pazzi a Tel Aviv, la commedia da vedere al cinema
Cinema / Recensione - 06 May 2019 10:00
In sala dal 9 maggio, distribuito da Academy Two.
Tutti pazzi a Tel Aviv, premiato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti, è la dimostrazione di come le commedie funzionano al meglio quando affrontano tematiche drammatiche. Lo script è una bomba, per citare una battuta che ricorre nel film.
La storia è piuttosto fantasy, ma reale è la frustrazione della popolazione civile, intercettata dalla sceneggiatura: vivere in un territorio occupato, da una parte, o dall'altra della barricata, non è una vittoria per nessuno, Neanche per i protagonisti coinvolti in una comedy cinematografica.
Trama di Tutti pazzi a Tel Aviv
Salam (Kais Nashif) è un giovane senza grosse prospettive per il futuro. Appare piuttosto indolente, in realtà sogna un'opportunità all'estero. Non assecondando l'ambizione per un vero mestiere in una terra di confine e di guerra, viene aiutato da un parente: lo zio, appassionato cinefilo, nonché produttore di una soap opera palestinese, molta seguita anche dagli israeliani, Tel Aviv on Fire (anche il titolo inglese della commedia). L'apporto di Salam è quello di aiuto dialoghista in merito alle battute in lingua israeliana. Da Gerusalemme deve raggiungere il set a Ramallah ogni giorno, passando per il checkpoint: fermato, farà la conoscenza del generale Assi (Yaniv Biton). Salam, in difficoltà, racconta al militare di essere lo scrittore della soap.
L'imprevisto che scatena le dinamiche di Tutti pazzia Tel Aviv ruota, in apparenza, alla moglie di Assi, accanita fan della soap. L'amore tra due persone? Quando si ascoltano a vicenda. È la potente metafora che non lascia indifferenti. Il film fa forza intorno a un dato di fatto: la stanchezza dei civili che vivono a Gerusalemme. L'auspicio di una pace rimane un'utopia, le cose non sono cambiate in oltre mezzo secolo di storia.
Premiato a Venezia
Assi pretende una storia improbabile, non gli piace il modo in cui gli israeliani sono rappresentati nella soap. Se potesse, cambierebbe volentieri il suo mestiere.
D'altro canto, Salim non ha mai scritto una riga in vita sua. È stato innamorato una sola, della vicina di casa che ha scambiato il suo malessere per immaturità. Salim si priva dell'adorato hummus, di cui è ghiotto Assi, per un evento traumatico che gli ha segnato la vita.
Ricatti da spy story: la fiction moltiplica le scatole cinesi, ma il risultato non cambia. Il coraggio di ascoltarsi: questa è la vittoria di Tutti pazzi a Tel Aviv.
Scritto da Dan Kleinman e Sameh Zoabi, diretto da Zoabi, nato e cresciuto in un piccolo paese palestinese. Belga, francese, lussemburghese e israeliana, la produzione. Kais Nashif è stato premiato a Venezia.
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