Recensione Private Life, essere genitori dopo i 40 anni
Cinema / Recensione - 11 October 2018 08:00
Disponibile in streaming su Netflix, con Paul Giamatti e Kathryn Hahn.
Private Life si è guadagnato l'anteprima allo scorso Sundance Film Festival. Il film, scritto e diretto da Tamara Jenkins, affronta un tema spinoso. con un buon equilibrio tra dramma e comedy.
La vita nelle metropoli, è qui siamo a New York, richiede tempo per investire nella propria carriera. Non c'è scritto da nessuna parte che la perseveranza, nell'ambito professionale, venga ripagata. Il successo è un traguardo dipendente da troppi fattori, compresa una indispensabile dose di fortuna.
Artisti protagonisti
I protagonisti sono una coppia di quarantenni. Richard (Giamatti) ha conosciuti tempi migliori come stimato attore e imprenditore teatrale. Rachel (Hahn) è una scrittrice alle prese con la stesura di un nuovo romanzo. Quello che manca, è un futuro da genitori. Richard e Rachel inseguono tutte le opportunità: la fecondazione assistita, la donazione di ovuli, l'adozione.
La storia di un calvario
Tuttavia, per la coppia sembra non esserci tregua. Seguiamo le loro attese in sala anonime, stressati e feriti nell'intimo. Comprendiamo la loro frustrazione di sentirsi altrettanti numeri in fila, al cospetto di uno staff medico con un occhio strizzato al business, l'altro assuefatto alla routine. Sottoposti al giudizio degli assistenti sociali.
Private Life è la storia di un calvario, raccontata attraverso le sfaccettature di una complicata vita moderna. Le speranze possono moltiplicare le delusioni. Allo stesso tempo, le aspettative di vita si allungano. La sfida all'orologio biologico rimane un percorso doloroso. Le strade alternative potrebbero inasprire ossessioni deleterie. Un film che fa riflettere.
Nel cast anche Kayli Carter, John Carroll Lynch, Desmin Borges, Denis O'Hare e Molly Shannon.
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