Recensione La settima musa di Jaume Balagueró
Cinema / Recensione - 21 August 2018 15:15
In sala dal 22 agosto, per Adler Entertainment.
La settima musa è il thriller soprannaturale spagnolo ambientato nel mondo accademico di Dublino. Samuel Solomon (Elliot Cowan) è un professore molto popolare al prestigioso Trinity College. Lo incontriamo impegnato in una lezione dedicata all'Inferno dantesco. Il professore ha una relazione segreta con una sua studentessa, Beatriz (Manuela Vellés), da circa un anno. La ragazza, dopo essersi fatta giurare amore eterno, si suicida nel bagno di Samuel.
Tempo dopo, Samuel non ha ancora superato la tragedia. Ha smesso di insegnare e di interessarsi alla scrittura. Ha un incubo ricorrente, in cui una donna sconosciuta viene uccisa secondo un rituale macabro. Si confida con l'amica e collega Susan (Franka Potente) per poi scoprire, dal telegiornale, che il sogno si è tramutato in un fatto di cronaca. Varcando, di soppiatto, la scena del crimine, l'uomo conosce Rachel (Ana Ularu), misteriosa madre single con un lavoro come escort in un night. Anche Rachel, in sogno, è stata testimone del rito.
Sette sono le muse protagoniste dell'horror di Jaume Balagueró, acclamato regista spagnolo, ormai orientato verso le produzioni internazionali girate in lingua inglese. Sono invocate dai poeti di tutti i tempi, nel film vengono menzionati Dante, Milton e i capisaldi del romanticismo anglosassone. Tuttavia, non sono muse gentili, ma inquietanti e malvage: la prima invita, la seconda invoca, la terza mente, la quarta nasconde, la quinta predice, la sesta punisce. Il mistero ruota intorno alla settima.
Indizio dopo indizio, Samuel e Rachel intraprendono una quest già rodata al cinema, a partire da Seven di David Fincher. La trama è interessante, i dialoghi risultano meno brillanti. Atmosfera e architettura gotica sono riusciti punti di forza. Manca l'intreccio romance, appena accennato.
La settima musa è la trasposizione cinematografica del bestseller di José Carlos Somoza, La dama numero tredici.In collaborazione con Fernando Navarro, Balagueró ne ha curato anche la sceneggiatura.
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