Recensione biopic Il castello di vetro con Brie Larson
Cinema / Recensione - 29 November 2018 12:55
In sala dal 29 novembre, dal bestseller di Jeannette Walls.
Il castello di vetro (The Glass Castle, il titolo originale), diretto da Destin Daniel Cretton, è il biopic tratto dal bestseller di Jeannette Walls. Il film può contare sull'applaudita interpretazione di Brie Larson, Naomi Watts e Woody Harrelson nei panni dei protagonisti principali.
Jeannette Walls è una stimata giornalista statunitense che decide di pubblicare un memoir nel 2005. Il libro è presente nella classifica dei titoli più venduti del New York Times per oltre quattrocentoventi settimane: premiato e tradotto in una ventina di lingue (in Italia è edito da Piemme e Rizzoli), con quasi tre milioni di copie vendute.
Cinematograficamente Il castello di vetro è l'adattamento lineare della storia di un legame famigliare tanto imperfetto, quanto profondo e indissolubile.
Jeannette (Larson) ha, ormai, una carriera avviata a New York ed è in procinto di sposarsi. La narrazione avviene tra il presente di una vita agiata e conformista e il passato difficile.
Insieme a due sorelle e un fratello, Jeannette cresce con due genitori ingombranti, particolarmente insofferenti alle convenzioni sociali. La madre (Watts) si dedica all'arte della pittura. Il padre (Harrelson) è dotato di una mente brillante, ma la dipendenza dall'alcol lo costringe a procurarsi soldi con il gioco d'azzardo. In casa non manca la cultura, ma cibo, e i bambini hanno fame.
Tra incidenti domestici, liti violenti, fughe da creditori e assistenti sociali, i Walls conducono una quotidianità nomade, finché decidono di fermarsi nel villaggio dove vivono i nonni paterni.
Si sistemano in una struttura fatiscente, tutto cambierà promette il padre che progetta di trasformarla in una luminosa struttura di vetro. Invece, i soldi per mangiare continuano a scarseggiare, i demoni sopravvivono. I bambini sono costretti a prendersi cura di se stessi e stringono un patto.
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