Recensione Tutta la bellezza e il dolore – All the Beauty and the Bloodshed

Cinema / Recensione - 12 February 2023 13:00

Vincitore del Leone d’oro a Venezia 79 e candidato agli Oscar

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Tutta la bellezza e il dolore – All the Beauty and the Bloodshed da Venezia agli Oscar

Il documentario di denuncia dal titolo All the Beauty and the Bloodshed è stato presentato alla settantanovesima Mostra Internazionale del cinema di Venezia dove è risultato vincitore del Leone d’oro, candidato inoltre agli Academy Awards di quest’anno. Diretto dalla regista di documentari Laura Poitras, e ispirato alla vita e alla lotta dell’artista Nan Goldin, Tutta la bellezza e il dolore descrive con sequenze documentaristiche e narrazione intima la battaglia contro una potente famiglia del settore farmaceutico americano corresponsabile della crisi degli oppioidi negli Stati Uniti.
Mostra del cinema di Venezia 2022 - immagini

La denuncia del documentario All the Beauty and the Bloodshed

Con il documentario Tutta la bellezza e il dolore, la regia ha realizzato la proiezione di un’intima esistenza, descrivendo non soltanto la lotta e il movimento creato dall’artista e fotografa Nan Goldin, ma anche la sua vita, dall’infanzia, passando per i momenti infelici, fino ai successi nell’arte, sullo sfondo della battaglia contro i produttori dell’ossicodone. Ha permesso alla protagonista di raccontarsi mentre descriveva la sua battaglia contro la famiglia Sackler, distributrice di un antinfiammatorio che ha creato dipendenza nei pazienti causandone effetti destabilizzante, la “morte come risultato finale”. Laura Poitras ha avuto il merito di raccontare senza censure l’esistenza di una donna che nonostante le difficoltà è riuscita ad affermare se stessa e a porre la sua esperienza, la sua fama di artista, al servizio di una causa.

La trama del documentario

Laura Poitras utilizza molto materiale che appartiene alla stessa Goldin, come diapositive, fotografie, dialoghi e filmati inediti, per ripercorrere la narrazione della vita della protagonista. Le vicende intime e famigliari della Godin, come il suicidio della sorella, si mescolano a quelle della sua vita d’artista, fino alla fondazione del P.A.I.N., un ente che affronta la crisi della droga combattendo le aziende farmaceutiche che hanno tratto profitto dalle dipendenze e dal dolore di milione di americani. L’ente è nato dopo che la stessa Goldin ha dovuto lottare contro dipendenza da farmaci, un’esperienza che le ha permesso usare la sua influenza di artista per combattere il profitto del dolore. Un documentario in cui la lotta di denuncia si intreccia a vicende biografiche. Il sistema giudiziario americano ha riconosciuto la responsabilità degli Sackler condannandoli a un risarcimento multimilionario, mentre la lotta della Goldin ha permesso a molti musei, anche internazionale, di rifiutare le donazioni degli Sackler e rimuovere il loro nome dalle gallerie. “Ero in un momento particolare della mia vita e mi sono accorta di questa situazione che riguardava gli Stati Uniti e tantissimi ragazzi, accomunati da un tragico destino”, ha dichiarato la Goldin alla conferenza di presentazione del film alla Mostra del cinema di Venezia.

© Riproduzione riservata



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