Recensione film The Wolf of Wall Street, l'ambizione finanziaria con Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese
Cinema / Recensione - 23 January 2014 08:00
The Wolf of Wall Street è il film di Martin Scorsese tratto dalla biografia di Jordan Belfort. Nel cast ci sono Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie e Matthew McConaughey, per una pell
The Wolf of Wall Street è un film di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie e Matthew McConaughey.
La trama. La vicenda s'incentra su Jordan Belfort, agente di cambio che nel 1987 riceve dal capo il consiglio di adottare uno stile di vita di sesso e cocaina per avere successo. Apre una società, la Stratton Oakmont che manomette strumenti finanziari, giovani ambiziosi affollano la sua azienda, lascia la moglie per Naomi Lapaglia.
Intanto l’FBI comincia ad indagare, ma Jordan ha già incassato 22 milioni di dollari aprendo un conto bancario svizzero, usando passaporti europei. Si susseguono i metodi per sfuggire all’FBI, la mannaia di sanzioni penali, viaggi sullo yacht in Italia, la morte di collaboratori, l’uso di cocaina, guide sulle strade svizzere, nonché la separazione dalla moglie Naomi. Grazie alle sue testimonianze è condannato a 36 mesi in una prigione di minima sicurezza.
La vera storia di Jordan Belfort. Martin Scorsese crea qui uno dei film più complessi, perché rappresenta un cinismo che finora era stato allontanano dalla sue trame. Solo in “The Departed - Il bene e il male” (2006) era apparso il personaggio negativo di Francis "Frank" Costello (Jack Nicholson), poi smussato dai successivi “Shutter Island” (2010) e “Hugi” (2011).
Il carisma del personaggio è lo stesso negativo di Robert DeNiro in “Taxi Driver“ (1976), “Toro scatenato” (1980). Ma gli strumenti usati non sono armi o pugni, bensì finanziari. Speculazioni in borsa, truffa ai danni dei clienti. La vera vicenda del personaggio da cui il film è ispirato non è dissimile, tratta dalla biografia di Jordan Belfort, agente di cambio condannato per frode e reati connessi alla manipolazione del mercato azionario e l'esecuzione di penny stock, ossia vendita di azioni dal basso prezzo ma rischio alto per cui ha trascorso 22 mesi in carcere. Tra i suoi reati ci fu anche il Pump and dump, ossia il gonfiamento di proprietà di magazzino con dichiarazioni false e fuorvianti cosicché poter vendere le azioni acquistate ad un prezzo superiore: il gonfiamento arrivò ad un miliardo di dollari, con una perdita per gli investitori di 200 milioni, di cui Belfort risarcì 110,4 milioni.
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La crisi finanziaria. Con tale aspetto realistico era difficile creare l’alea di un eroe, essendo poi la civiltà odierna immersa in problemi finanziari quotidiani. E questo è il maggior difetto del film, l’aver fatto assurgere ad eroe negativo un personaggio che è nel magma che ha avallato la crisi finanziaria contemporanea. Ossia è difficile per chi vede il film non condannare a priori questo personaggio, che vive in un clima idilliaco a scapito delle vittime che stavolta sono la maggior parte degli spettatori.
La recensione. Questa assenza di distanza tra soggetto trattato e le sue influenze sulla società da una parte rende il film fastidioso, dall’altro lo avvicina come coinvolgente. Si condanna il personaggio di Jordan Belfort perché insieme ad altri ha inciso sulla vita quotidiana, ma dall’altra parte il tentativo di riscatto verso questo sistema rende partecipe lo spettatore.
Ecco che quindi Scorsese è riuscito sia a farci odiare il personaggio, che a renderlo vicino per il senso di rivalsa nei suoi confronti. E nella terza opzione è anche riuscito a farci desiderare che le nostre capacità siano simili alle sue. E ciò non sarebbe stato possibile se non avesse scelto un personaggio attuale, immerso in odierne derive.
Il linguaggio. L’aspetto finanziario non poteva che tradursi in una sceneggiatura che si regge sul linguaggio: al posto dei guantoni da boxe ci sono stavolta i citati Pump and dump e penny stock, assieme ai Pink Sheets, Blue Chip e IPO. Tutte collegati ad mercato azionario da gonfiare. E la parola è ciò su cui si regge questo film, fatto di scenografie edonistiche e interpretazioni pompose a cominciare da quella di Leonardo Di Caprio, Matthew McConaughey e Jean Dujardin.
Un film da vedere, perché devia dalla melassa fantasy attuale o dalle risate facili.
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