Recensione Film Red Snake - Sorelle in armi
Cinema / Recensione - 18 June 2020 07:00
Con protagonista Dilan Gwyn
Ispirato dalla vera storia del premio Nobel per la pace Nadia Murad
Red Snake - Sorelle in armi - è ispirato da una storia vera, inerente le vicende riguardanti il premio nobel per la pace edizione 2018 Nadia Murad Basee, che nel 2014 è riuscita a scampare al genocidio della sua comunità di religione yazidi, sterminio perpetrato ad opera dei miliziani dell’Isis. Gli yazidi rappresentano una minoranza, oppressa dalle intolleranze religiose e la testimonianza della giovane Nadia Murad Basee ha portato alla luce l’evento che ha sconvolto la sua vita e quella della sua intera comunità. In Red Snake viene elaborata una narrazione dalle tematiche inerenti rivoluzione, oppressione e sopraffazione, dove l’arroganza della violenza viene è espressa attraverso la fallace interpretazioni assolutista delle sacre scritture.Trama Red Snake - Soeurs d’armes
In una mattina come le altre, forse anche migliore delle altre perché aveva ricevuto in dono dal padre i colori per la pittura dei suoi amati dipinti, Zara (Dilan Gwyn) vede giungere i combattenti dell’Isis e la sua vita mutò irrimediabilmente. Imiliziani uccisero tutti gli uomini, rapirono i bambini per farne dei giovani martiri e ridussero le donne in schiavitù. Zara riesce a fuggire dal proprio carceriere e diventa una delle Sorelle in armi, un fronte di liberazione di diverse etnie e religioni ma unite contro l’oppressione, rendendosi conto della “fragilità della felicità dinanzi alla guerra”.
Regia e sceneggiatura di Caroline Fourest, redattrice di Charlie Hebdo
Red Snake è stato scritto dalla redattrice di Charlie Hebdo, Caroline Fourest sceneggiatrice che ha saputo donare alla trama una dinamica epica. Alcune tematiche sono rimaste in superficie, appena accennate, inevitabilmente affioranti ma non approfondite per via delle insidiose discussione che avrebbero generato, soffermandosi invece con grande sagacia sulle intolleranze religiose che hanno pervaso la storia del Medio Oriente, come fosse un unica narrazione dell’umanità, con le donne che ne hanno pagato il prezzo più grande. Un esercito al femminile che spaventa i jihadisti, i quali temono che il piombo sparato da una donna impedisca loro di accedere al paradiso con le vergini promesse, è un’apprezzata rappresentazione del valore eroico delle protagoniste. Un film di azione che non eccede nelle scene cruente, ma si sofferma con eleganza sugli aspetti più significativi, elaborati per essere condivisi da un vasto pubblico. Nel cast oltre alla citata Dilan Gwyn, sono presenti anche Esther Garrel, Camélia Jordana, Maya Sansa, Mark Ryder.© Riproduzione riservata