Recensione film Rapina a Stoccolma, la sindrome raccontata da Ethan Hawke e Noomi Rapace
In sala dal 20 giugno, distribuito da M2 Pictures.

Rapina a Stoccolma (Stockholm, il titolo originale del film) è scritto e diretto da Robert Budreau (Born to Be Blue, That Beautiful Somewhere). Si tratta di una commedia dark, non facciamoci sviare dall'etichetta del crime movie, presentata in anteprima al Tribeca Film Festival.
La trama è liberamente ispirata a un evento di cronaca nera che ha scosso un Paese come la Svezia negli Anni Settanta e che ha fatto il giro del mondo: la rapina alla Kreditbanken, banca di punta fondata nei primi Anni Venti che, dal 1974 in poi, è stata protagonista di diverse fusioni. Oggi, l'edificio ospita uno store di abbigliamento.
Schede
Come nasce la sindrome di Stoccolma
La storia è nota, la rapina è il primo evento svedese seguito dai media svedesi e internazionali in diretta, 24 ore su 24. Il rapporto creatosi in sei giorni, tra sequestrati e rapitori è stato oggetto di studio della psichiatria, definito come la sindrome di Stoccolma.
È il 23 agosto del 1973, un giorno estivo ordinario quando, intorno alle dieci del mattino, un rapinatore solitario dà l'assalto alla Kreditbanken della capitale svedese. Qualcuno riesce a dare l'allarme, innescando le trattative tra le richieste del pregiudicato e il governo in difficoltà.
Rapina a Stoccolma può contare sulla Blumhouse Productions, tra le co-produzioni in campo. Il cast, capitanato da un brillante Ethan Hawke, vede la partecipazione anche di Noomi Rapace (Uomini che odiano le donne, Prometheus) e Mark Strong, qui piuttosto somigliante ad Andy Garcia.
Il film è stato promosso dalla critica negli USA. Alle recensioni negative non è piaciuto l'idea di raccontare un fatto drammatico in chiave semi-umoristica. In realtà, gli spunti per una riflessione non sono disattesi. E, a pensarci bene, un melodramma della vicenda non sarebbe stato più efficace di questo film, nato grazie all'interesse di un articolo del New Yorker del 1975.
Tra le fiacche proposte estive, consigliamo la visione sul grande schermo di Rapina a Stoccolma che contempla un subplot romantico. Senza fare spoiler, i due rapinatori gentiluomini amano Bob Dylan: una provocazione fine a se stessa?
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