Recensione film mistery We Have Always Lived in the Castle con Alexandra Daddario
Cinema / Recensione - 30 May 2019 08:00
Uscito negli Stati Uniti il 17 maggio, dal romanzo di Shirley Jackson.
È l'ultimo romanzo di Shirley Jackson, libro amato sia dalla critica che dal pubblico. La trasposizione cinematografica è di Mark Kruger, mentre la regia è affidata a Stacie Passon (Concussion, premiato al Festival di Berlino).
La trama si offre in modalità intrigante, grazie al quadro d'epoca rappresentato attraverso echi di molteplici suggestioni. La suspence è percepibile fin dai primi minuti: lo spettatore si accomoda sulla poltrona percependo aspettative ben assestate.
Cast e pitch
L'atmosfera, nel complesso, ricorda brillantemente il Mistero Von Bulow (1990) con Glenn Close e Jeremy Irons. Ma se amiamo i pitch hollywoodiani, questo film è un incontro tra Emma (1996), adattamento dal romanzo di Jane Austen con protagonista Gwyneth Paltrow, e un capolavoro più attempato come Che fine ha fatto Baby Jane (1962), diretto da Robert Aldrich con due indiscusse dive come Betty Davis e Joan Crawford.
Gli attori principali nel cast sono Taissa Farmiga, Alexandra Daddario, Crispin Glover e Sebastian Stan. Farmiga interpreta una diciottenne, Merricat Blackwood, costretta a vivere in uno stato di isolamento, insieme alla sorella maggiore Constance (Daddario), nella tenuta di proprietà. In paese circolano maldicenze, da quando l'intera famiglia Blackwood è stata sterminata per avvelenamento.
We Have Always Lived in the Castle, trama
Gli
abitanti locali sembrano avere le idee chiare a proposito. Merricat,
tuttavia, è costretta a recarsi in paese, una volta alla settimana, per le provviste alimentari: occhi che scrutano, bocche che ridono vendicative.
Le
sorelle possono contare sullo zio Julian (Glover). Ma le dinamiche
cambiano con la visita del cugino Charles (Stan), sentimentalmente
interessato a Constance. In realtà, le mire del cugino si
riveleranno più veniali, scatenando le ire di Merricat.
© Riproduzione riservata