Recensione Film La ragazza d’autunno

Cinema / Recensione - 09 January 2020 07:00

Con protagonista Viktoria Miroshnichenko

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Film The Hole - L'abisso

La ragazza d’autunno è ambientato nella Leningrado del 1945

L’aspirazione di scorgere nella quotidianità una via lineare, che non sia stata sconquassata e resa tortuosa dall’invasione nazista, sembra essere il tratto che unisce la vita di due amiche irrimediabilmente segnate dall’esperienza vissuta durante la guerra, mentre erano impegnate al fronte. Ambientato nella Leningrado del 1945 e diretto da Kantemir Balagov, La ragazza d’autunno intreccia la drammaticità delle esperienze dei protagonisti, svelandola in una narrazione lenta ma fluida, con sequenze che indugiano nelle atmosfere dense, consentendo allo spettatore di cogliere sensazioni e stati d’animo.

Protagonista de La ragazza d’autunno è l’attrice Viktoria Miroshnichenko

I personaggi vivono come fossero creditori della sorte altrui, con il patimento della desolazione che pare ammettere un corrispettivo in dote contro la necessità di arrangiarsi. Sviluppano i loro rapporti come pugili che si studiano prima dell’affondo, intrappolati in un contesto di miseria come fosse un ring dal quale non possono scendere. 
Film La ragazza d’autunno
Iya (Viktoria Miroshnichenko) è un’infermiera che si occupa del figlio dell’amica impegnata al fronte, ma il disturbo da stress di cui soffre non l’agevola e quando perde il piccolo deve accondiscendere le soluzioni estreme propostele dalla madre tornata dal fronte ma ormai sterile.

Un dramma elegante e vivido

Lo scenario postbellico tratteggiato negli animi dei protagonisti esplora con efficacia la devastazione psicologica nel quale sono proiettati i soldati e gli abitanti di una città divenuta simbolo della resistenza anti-nazista e che ha visto mutare il proprio nome per diverse volte nel corso della storia: fondata nel settecento dallo Zar Pietro il Grande con il nome di San Pietroburgo, nel 1924 divenne Leningrado come omaggio a Lenin, per poi tornare all’originaria denominazione con il referendum del 1991. 
Come la città anche i personaggi sembrano ondeggiare tra passato e presente, tra tensione e conciliazione, con la regia e la sceneggiatura che organizzano compitamente la trama e rendono la narrazione scorrevole, dove la resilienza viene anche espressa tramite azioni anticonvenzionali o delittuose ma che appaiono necessitate dall’incombente miseria. La ragazza d’autunno è un dramma elegante che indaga i rapporti d’amicizia nati nell’avversità della guerra e porta i protagonisti a compiere scelte al limite della legalità.

© Riproduzione riservata



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