Recensione Film Jojo Rabbit

Cinema / Recensione - 16 January 2020 08:00

Con protagonista Scarlett Johansson: il film è candidato a 6 premi Oscar.

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Film Beast - video

Jojo Rabbit, una commedia sugli sfondi di eventi drammatici

Leggero come un passo di danza, profondo come la coscienza. JoJo Rabbit non è soltanto una commedia annunciata né solamente la rappresentazione di un dramma storico, ma dell’una e dell’altro ne riprende i tratti salienti, amalgamandoli con personaggi bizzarri ed al contempo dettagliatamente caratterizzati, insediandoli in una narrazione dalle atmosfere vivide e dagli scenari lividi. Con JoJo Rabbit la regia di Taika Waititi compie una critica matura alle giustificazioni guerrafondaie che vengono poste come fondamento delle eterogeneità, giunge con lievità ed intelligenza alla inevitabile quanto attesa condanna di congiunture ancora contemporanee.

Un film dalla narrazione armonica

La trama è caratterizza da un dinamismo sobrio, classico, tendente a compiacere lo spettatore con la finezza della commedia ma contemporaneamente proclive alla raffigurazione delle fatalità, mantenendo nelle sequenze uno stile armonico e raffinato. L’immagine della madre che impedisce al figlio di volgere lo sguardo altrove, intenzionato ad evitare di scorgere davanti a sé, viene utilizzata dalla regia per definire la crudezza della vita, ben espressa nella citazione di Rainer Maria Rilke così come riportata dalla sceneggiatura: “Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore. Si deve sempre andare: nessun sentire è mai troppo lontano…” Mentre il rapporto tra Jojo (Roman Griffin Davis) ed Adolf (Taika Waititi), suo amico immaginario, viene utilizzato come critica del fanatismo nazista e l’amicizia con Elsa (Thomasin McKenzie) viene espressa per rappresentare il modo di comprendere se stesso in rapporto al contesto.

Film Jojo Rabbit

Jojo Rabbit, l’intelligenza sta nella semplicità

Jojo Rabbit tratta con ironia e leggerezza aspetti che hanno aspramente condizionato la storia umana, ridicolizzando con eleganza le antiche radici dell’intolleranza. La visione mitizzata del nazismo, affinché gli ingenui occhi del piccolo Jojo possano credere all’ignoranza del regime, svanisce dinanzi alla esperienza vissuta dal protagonista, spingendolo al compimento di una maturazione repentina. A tratti può sembrare scontato, come spesso accade nelle migliori commedie che esprimo la grandezza delle sequenze nella profondità e caratterizzazione dei personaggi, ma Jojo Rabbit conquista lo spettatore con la semplicità dell’intelligenza. Coadiuvato da una colonna sonora attenta a definire alcuni passaggi salienti come la corsa in bicicletta in compagnia della madre Rosie (Scarlett Johansson), o la differenza tra i visi dei soldati in partenza per il fronte e quelli che vi rientrano, ed incontra la sua essenza nella scena conclusiva. 

Il film è candidato a 6 premi Oscar: miglior film, attrice non protagonista con Scarlett Johansson, sceneggiatura non originale, montaggio,  scenografia e costumi.

© Riproduzione riservata


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