Recensione film Benedetta
Cinema / Recensione - 01 March 2023 13:00
Benedetta è il film drammatico e psicologico nelle sale
La giovane Benedetta Carlini (Virginie Efira), nel XVII secolo è iscritta dai genitori in un convento, e dopo alcuni anni bacia la contadina Bartolomea (Daphne Patakia). Già emerge il suo spirito sovversivo: Benedetta non è attratta solo dalle donne, ma vede nell’amore verso un altro essere umano un modo per manifestare quello di Dio.
La trama del film Benedetta
Benedetta ha, infatti, una visione di Gesù che la chiama, e quel gesto è una risposta a quel messaggio. Le ricorrenti presenze di Gesù la conducono anche a un malessere fisico, quasi spossata da tale violenza: è proprio Bartolomea a prendersi cura di lei: in una visione, Gesù le chiede di spogliarsi e di toccargli le mani. La mattina dopo, si sveglia con le stigmate sui palmi e sui piedi.
Se il tema del confine tra vita religiosa e stregoneria è abusato, il regista Paul Verhoeven riesce in Benedetta a nettarlo dall’aspetto materiale, per concentrarsi su quello psicologico. Benedetta vive con innocenza la sua vita fatta di visioni in cui crede, e che con il rapporto sessuale tende a essere completa. È come se la tensione religiosa si smorzasse in quella fisica, con il corpo che diventa una manifestazione di un volere superiore, da esso elogiato.
Le prove della miracolosità della stimate sono confutate dalla badessa Felicita (Charlotte Rampling): lei ritiene che le stigmate di Benedetta siano apparse mentre dormiva, non durante la preghiera, e la sua fronte sia priva dei segni di una corona di spine. Si ipotizza anche che siano autoinflitte, dopo aver rinvenuto un frammento di ceramica.
È qui che il consenso popolare assume la forma di un’incoronazione: Benedetta è elevata alla carica di badessa al posto di Felicita, e inizia una relazione sessuale con Bartolomea, utilizzando in seguito un dildo scolpito nella statuetta in legno della Vergine Maria. Da qui inizia una crocevia di accuse, tanto che lo stesso nunzio (Lambert Wilson) apre un'inchiesta sulla condotta di Benedetta.
La regia del “dubbio” nel film Benedetta
Ciò che colpisce nel film è la lievità con cui sono raccontati episodi feroci, anche a sfondo erotico, ma che nella mente della protagonista assumono la fisionomia di una normalità schietta. Benedetta è certa delle sue visioni, e il film procede con rigore a mostrare la giustezza di tale proposito, tanto alla fine che lo spettatore conviene con le posizioni della donna. Virginia Efira si espone in un’interpretazione muscolare, quasi immersa nel racconto, e capace di mostrare le sofferenze della protagonista. Ciò è dovuto anche al fatto che Benedetta Carlini è realmente esistita, ed è considerata una delle maggiori mistiche e religiose: la sceneggiatura è basata sul volume Atti impuri (1986) di Judith C. Brown.
L’unico appunto è che Paul Verhoeven è così immerso nell’esperienza della protagonista, da non prendere le distanze da lei: così come ha fatto in film come Basic Instinct e il recente Elle (leggi l’intervista). La sua regia si perde nelle scenografie di Katia Wyszkop, che riescono a ricreare l’ambiente della Controriforma, dove la fotografia di Jeanne Lapoire avvampa di colori rossi che erompono dai buio, come i desideri di Benedetta.
Un film da vedere non tanto per le domande che pone, ma perché non dà risposte, lasciando lo spettatore nel clangore dei desideri della protagonista.
La data di uscita del film Benedetta
Il film Benedetta esce nelle sale cinematografiche italiane il 2 marzo 2023, dopo essere già uscito negli Stati Uniti.
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