Recensione film Avengers: Endgame
Per la regia di Anthony e Joe Russo

Avengers: Endgame, capitolo conclusivo del precedente Infinity War e chiosa finale di una narrazione sviluppatasi nell’arco dell’ultimo decennio, ha rappresentato un degno finale per almeno alcuni dei personaggi più importanti dell’universo Marvel Comics, lasciando lo spettatore con l’impressione, o forse la sola sensazione di una minima speranza, di un passaggio di consegne con nuovi protagonisti. Un evento filmico molto atteso che è stato celebrato con l’organizzazione di maratone Avengers nelle quale i fan hanno potuto gustare la riproposizione dell’intera saga: una vera e propria gara di resistenza.
Il personaggio di Thanos nel franchise Avengers durato 10 anni: una critica sociale
Nel primo capitolo veniva presentato il malvagio Thanos, personaggio ben approfondito e dalla personalità complessa, come quella di ogni dittatore, che pur di salvare l’universo opta per una soluzione drasticamente ignobile: lo sterminio di massa. Un sterminio calcolato per consentire ai superstiti le risorse necessarie alla sopravvivenza, in un contesto planetario dove gli espedienti sarebbero stati presto insufficienti. Invero, e parte di critica l’ha detto e forse solo pensato, se uno schiocco di dita è stato sufficiente ad estinguere metà popolazione, il medesimo gesto poteva apprestare risorse sufficiente per la sopravvivenza di ognuno. Ma se tale banalizzazione venisse accolta, verrebbe meno la critica espressa nel film, e ben organizzata dagli autori, verso l’attuale società, fondata sul capitalismo, e che ha vissuto momenti storici bassissimi come appunto lo sterminio di massa nel Ruanda o nei Lager nazisti. Tramite Thanos viene rappresenta il male assoluto sintetizzato in un personaggio tanto folle da apparire razionale come un dittatore che credendosi nel giusto produce devastazione.
Sulla sponda opposta a quella di Thanos si rifugiano i resilienti all’ineluttabilità, o gli eroi dei fumetti che si sacrificano per il bene dell’umanità.
I passaggi di consegne in Avengers: Endgame
La regia di Anthony e Joe Russo ha proposto delle sequenze epiche corroborate da scene romanzate che hanno permesso un giusto equilibrio tra effetti speciali e narrazione, concentrando l’attenzione sugli aspetti familiari e maggiormente intimi dei personaggi, supportata da un cast eccelso. Sebbene il film presenti una parata quasi interminabile di personaggi, non tutti adeguatamente approfonditi come naturale che sia per un episodio che racchiude un decennio di storie, ognuno dei protagonisti principali trova l’adeguata collocazione nella trama che non appare mai smagliata ma supportata da momenti di gustosa ironia come nel solito stile Marvel.
Schede
Gli altri personaggi di Avengers: Endgame
Tra i personaggi che compaiono in quest’ultimo capito, alcuni si presentano in maniera totalmente nuova ed inattesa, ma probabilmente uno colpirà maggiormente la fantasia dei fan. Sebbene l’aspettativa maggiore poteva sussistere per Captain Marvel (Brie Larson), da poco apparso al cinema - forse impiegato marginalmente in questo capitolo conclusivo degli Avengers -, il personaggio che ha sorpreso oltremisura, letteralmente oversize, è stato Thor (Chris Hemsworth) che ha donato ironia e conflittualità interiori alle sequenze. Ma i fan potrebbero abbandonare i cinema domandandosi probabilmente se ci sarà un seguito per la nuova vita di Pepper Potts (Gwyneth Paltrow) che ha finalmente vestito la fiammante armatura d’acciaio di "Rescue" in un finale epico dove soccorre e conforta l’amato Iron Man (Robert Downey Jr.). Un finale che sembra rispecchiare la vita stessa, laddove si attesta la massima che il lieto fine può essere per molti ma non per tutti.
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