Recensione film A Beautiful Day, il ruolo di Joaquin Phoenix
Cinema / Recensione - 03 May 2018 08:00
In sala il film premiato a Cannes.
A
Beautiful Day - You Were Never Really Here è il thriller della
regista scozzese Lynne Ramsay che, allo scorso Festival di Cannes, è
stato premiato per la Miglior sceneggiatura.
Anche il protagonista
Joaquin Phoenix si è guadagnato la Palma d'Oro per la performance.
L'attore ha abituato il pubblico a personaggi sopra le righe, in
questo film è uno speciale killer a pagamento.
Ex militare ed ex agente dell'FBI, Joe è ingaggiato per giustiziare gli aguzzini di minorenni abusate. In azione, è una macchina da guerra: poche martellate precise e letali finiscono il pervertito di turno. Nel privato, invece, Joe soffre di un importante disturbo da stress post-traumatico. Lo perseguitano le scene delle esecuzioni di innocenti, a cui ha assistito impotente. La sua “dorata” infanzia completa il quadro di una personalità borderline.
Fisico appesantito, la barba e i capelli incolti, lo sguardo stranito sotto l'effetto di psicofarmaci, Joe si prende cura dell'anziana madre (Judith Roberts). Insieme vivono in un sobborgo di Brooklyn. La trama si assesta quando Joe è incaricato di trovare la figlia del senatore Votto (Alex Manette). Nina (Ekaterina Samsonov) è prigioniera di un bordello esclusivo, frequentato da personaggi talmente importanti, da poter agire indisturbati al di sopra della legge. Joe porta a termine la sua missione con successo. Tuttavia, l'intera vicenda prende una piega inaspettata quando i notiziari danno la notizia del suicidio di Votto e la bambina viene rapita da poliziotti corrotti. Al soldo di chi e perchè?
A Beautiful Day racconta una società malata e perversa. Scoperchia il vaso di Pandora, lungo un ritratto di New York ben lontano dal mito cinematografico di una metropoli a portata di sogni. Non a caso, la scelta delle location e certi richiami del plot hanno fatto venire in mente al cult Taxi Driver.
Lunne Ramsay ha voluto portare sul grande schermo l'omonimo libro di Jonathan Ames. Sua è la regia e l'adattamento del romanzo. Se avete visto l'ottimo … E ora parliamo di Kevin, ritroverete elementi famigliari in questo thriller: i riferimenti pittorici, l'umorismo pulp-tarantiniano, un'accennata fascinazione splatter. Tutti ingredienti in funzione di un'opera originale intesi a scuotere l'assuefazione all'orrore.
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