Recensione del film Un sacchetto di biglie
Un film di Christian Duguay, tratto dall’omonimo romanzo per bambini di Joseph Joffo

Un sacchetto di biglie è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo per bambini di Joseph Joffo pubblicato per la prima volta nel 1973, nel quale l’autore narra le vicende di una famiglia ebrea oppressa dalla persecuzione nazista durante la seconda guerra mondiale. Un lungometraggio che mostra la lucida follia del regime hitleriano, intento a colpevolizzare collettivamente gli ebrei, e la lotta che i protagonisti devono compiere per affermare il propio diritto alla vita. Un racconto drammatico di fatti realmente accaduti che l’autore del romanzo a realmente vissuto durante la sua giovinezza.
\r\nTrama del film Un sacchetto di biglie. Una famiglia ebrea è costretta a dividersi e rinunciare ad affermare con dignità la propria identità culturale e religiosa pur di mantenere in vita i propri componenti. Due giovani fratelli sono costretti a separarsi dalla madre e dal padre per sfuggire dalla caccia dei nazisti, braccati come animali, saranno costretti ad intraprendere un viaggio attraverso la Francia, alternando momenti di disperazione e speranza, affrontando una crudeltà che non comprendono e dalla quale dovranno difendersi con ogni mezzo, contando solo sulle loro forze e sull’aiuto di poche persone.
\r\nLa regia di Christian Duguay compie una narrazione attenta e ben organizzata che si sviluppa in modo lineare, mostrando una fotografia vivida che permette di caratterizzare al meglio il periodo storico. Una narrazione dettagliata che pone i protagonisti di fronte ad esperienze quotidiane dove fatti tragici si alternano a piccole speranze e dove la paura è un sentimento costante che attanaglia i protagonisti e unisce collettivamente le interazioni tra di essi.
Il regista non si addentra nelle antiche origini dell’antisemitismo o nelle insensate teorie naziste ma mostra la follia che si abbatte sulla quotidianità, mutandola in modo irreversibile ed angosciante. Compie un viaggio raccontato attraverso gli occhi di un bambino costretto a confrontarsi con qualcosa che gli appare inspiegabile.
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