Recensione del film The Party
Cinema / Recensione - 08 February 2018 08:00
The Party è il film con Kristin Scott Thomas.
The Party è il film di Sally Potter a cinema.
Janet (Kristin Scott Thomas) è una politica del partito di opposizione, che è divenuta da poco ministro ombra per la salute. Organizza una piccola festa celebrativa a casa sua, tra gli invitati ci sono April (Patricia Clarkson) con il suo compagno tedesco Gottfried - che si definisce guaritore spirituale - la professoressa Martha (Cherry Jones) con la compagna Jinny (Emily Mortimer) e la collega Marianne con il marito Tom, un banchiere.
Il marito di Janet, Bill (Timothy Spall) ascolta musica, fissa assente la finestra e beve vino. Marianne ritarda, e il marito Tom nell’attesa si chiude in bagno dove sniffa della cocaina, esaminando anche una pistola che ha portato con sé.
Il clima da cinema da camera viene allargato grazie a delle rivelazioni che gettano dubbi sul futuro di tutti, con una tecnica narrativa veloce e di notevole efficacia. Infatti mentre Janet scambia messaggi con l’amante, Martha e Jinny annunciano che lei è incinta di tre bambini. A tale messaggio positivo se ne associa uno opposto, perché Bill rivela di essere appena stato informato dal suo medico che è malato terminale.
La soluzione è proposta da Gottfried, che afferma che non si può credere alla medicina moderna e che diventando spirituale, Bill potrebbe avere una possibilità di sopravvivere. Bill in preda ai dubbi ascolta Gottfried.
A questi intrecci se ne aggiungo altri, necessari per catalizzare l’attenzione dello spettatore che altrimenti sarebbe persa per la teatralità della vicenda. E l’obbiettivo è raggiunto, pur se i colpi scena - con separazioni confessate e amori desiderati - paiono troppo affastellati per risultare spesso credili.
Il solco è quello del film “Carnage” (2011) di Roman Polanski, in cui si rivelano segreti mentre la cena dovrebbe procedere con tranquillità. Oppure “Perfetti sconosciuti” (2016) di Paolo Genovese, dove un cellulare è l’emblema di menzogne. Per quanto la situazione raccontata possa sembrare assurda, se riferita a contesti generici pare reale: quanti di noi mentono ad una persona che poi si scopre che ci beffa. Ed è proprio questo il panorama che il film apre, quello di un mondo senza sincerità, dove l’interesse personale surclassa quello collettivo. E se pensiamo che la protagonista è proprio una politica che dovrebbe agire con lealtà, le conseguenze si diramano anche sul piano sociale.
Sally Potter dopo “Ginger e Rosa” (2012) continua a raccontare la deflagrazione delle certezze: lì erano quelle di due adolescenti senza una direzione, qui di adulti che manifestano immaturità. Nel lontano 1992 in “Orlando”, tratto dal romanzo di Virginia Wolf la regista raccontava proprio la noncuranza di passare da una condizione sessuale ad un’altra, con il protagonista che si sveglia una mattina nel corpo di una donna.
Un film da vedere, per come sa mostrare il volto bifronte dei personaggi, con i rapidi movimenti della macchina che li rende menzogneri e vivi.
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