Recensione del film Tenet: Christopher Nolan ironizza sui generi

Cinema / Recensione - 27 August 2020 10:50

John David Washington e Robert Pattinson sono i protagonisti di Tenet

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Film Paws of Fury: The Legend of Hank- video

La trama del film Tenet

Il film Tenet di Christopher Nolan vede il “protagonista” (John David Washington) in missione per salvare il mondo e prevenire la terza guerra mondiale. Lui è un agente della CIA, e per portare a compimento il suo obiettivo è dotato di una sola parola palindroma, “Tenet”. Deve recuperare un “oggetto non identificat”o, e quando viene catturato e reclutato da un’organizzazione segreta, apprende che in futuro è stata sviluppata una tecnologia che consente agli “oggetti” di invertire la loro entropia e di spostarsi indietro nel tempo. Il “protagonista” recluta Neil (Robert Pattinson) e con lui s’infiltra nel complesso di una trafficante d'armi, Priya (Dimple Kapadia). La donna racconta al “protagonista” che i proiettili erano normali quando li aveva venduti e che un uomo di nome Andrei Sator (Kenneth Branagh) - che può comunicare con il futuro - li aveva invertiti.


Film Tenet

Da qui il passaggi temporali del film si inanellano rendendo la sceneggiatura più lineare di quanto possa sembrare, proprio perché altera due dimensioni temporali che si scontrano. Quella iniziale, e l’altra connotata dagli uomini che sono “passati” al futuro e che hanno acquisito delle conoscenze che condivideranno.

La critica del film Tenet e i generi cinematografici su cui Christopher Nolan ironizza

Nolan essendo anche autore unico della sceneggiatura ha avuto la sagacia di esprimere le sue “megalomanie” narrative com libertà, ironizzando su due generi cinematografici che imperversano negli anni recenti. Uno è quello di spionaggio, appartenente alle saghe che oscillano da quella di Mission: Impossible a James Bond: come volesse confermare che essendo un gente che realizza “box office”, è meglio rivisitarlo e renderlo apparentemente incomprensibile.

L’altro genere con cui si diverte è quello dei super-eroi, e in particolare la saga dei quattro film degli Avengers. In Avengers: Endgame si sfrutta il regno quantico per viaggiare nel tempo. I tre protagonisti fanno visita a Tony Stark, ritiratosi a vita privata dopo essere diventato padre, proponendogli di cercare una soluzione per tornare indietro nel tempo e recuperare le sei Gemme dell’Infinito. Sono infatti esse che permettono di ricostruire il Guanto dell’Infinito, in grado di sconfiggere il cinico Thanos che ha ormai distrutto il mondo. E Thanos non è differente dall’antagonista di Tenet, Andrei Sator: lui dopo aver raccolto degli “oggetti non identificati” - nove in totale - cerca di farli combinare insieme affinché rivelino un algoritmo (simile al Guanto), che può invertire l'entropia dell'intera Terra, eliminando tutta la vita su di essa. Con tutti e nove i pezzi dell'algoritmo, Sator viaggia in un momento nel passato in cui era molto felice con sua moglie, dove ha intenzione di morire pacificamente - è malato terminale - e attivare l’algoritmo.

I modelli del film Tenet

Se in Avengers:Endgame (distribuito dalla concorrente della Warner, ovvero la Disney) i super-eroi agiscono con superpoteri, qui essi si muovo con l’intelligenza e le cognizioni. E Nolan ha la libertà di usare il suo gusto cinefilo per tessere la trama, evocando i salti temporali di film come L'anno scorso a Marienbad (1961) di Alain Resnais a Zabriskie Point (1970) di Michelangelo Antonioni. Un eco che in Avengers i copiosi sceneggiatori (erano tre in tutta la saga con altrettanti registi) non potevano far risuonare. Per convincere la Warner Bros. della fattibilità del film che ha un budget tra 200 e 300 milioni di dollari, secondo alcune fonti Nolan avrebbe abbassato il suo compenso per avere in cambio il First-dollar gross, ovvero il 20% del l’incasso lordo di Tenet (senza attendere quindi i profitti). Un’operazione che avvenne già con Inception, quando Leonardo DiCaprio abbassò il suo stipendio a quello minimo, in campo di una percentuale.


In Tenet la fotografia di Hoyte van Hoytema (Dunkirk) rende le scene preziose e nostalgiche, come in quelle che si svolgono lungo la costiera amalfitana. La musica di Ludwig Göransson (premio Oscar per Black Panther) fornisce massima coesione ai timbri rap, che risuonano anche nella canzone “From Mumbai To Amalfi”. Su tutti gli attori svetta la recitazione di Robert Pattinson, che sa essere ironica e poco seriosa, come è in realtà tutto il film dello stesso Nolan.

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